18 aprile 2024
Aggiornato 14:30
CALCIO

Galliani: «Milan non si vende, risolti problemi bilancio»

L'ad rossonero: «C'è crisi ma i nostri obiettivi non cambiano»

MILANO - Il Milan ha risolto «una volta per tutte» i problemi di bilancio e in futuro, pur non ridimensionando le proprie ambizioni, presterà maggiore attenzione allo stato di salute delle casse societarie. Lo ha detto oggi a Villasimius l'amministratore delegato rossonero, Adriano Galliani, che ha smentito l'ipotesi di una cessione del club ad una nuova proprietà. «Il Milan avrà un occhio più attento ai bilanci ma non cala le proprie ambizioni e gli sponsor qui presenti lo hanno capito», ha detto Galliani durante il tradizionale workshop organizzato in Sardegna dal Milan: «Io ieri non ho parlato dei successi del Milan a livello internazionale per attaccare l'Inter - ha precisato - assolutamente non è così. I nostri successi internazionali sono però l'unicità del Milan e io uso questi argomenti per tenere sempre più legati gli sponsor al progetto Milan. Noi siamo qui a lavorare, non ad attaccare l'Inter. Il brand è una magia, alimentata dai risultati ma non necessariamente solo dai risultati. Il mito del Real è cresciuto anche se dal 1966 al 1998 il Real non ha vinto la Coppa dei Campioni».

Secondo Galliani «non si può non prendere atto di una nuova realtà economica mondiale»: «L'Italia - ha segnalato il numero due del club di Silvio Berlusconi - vale la metà di un anno fa. Le aziende in borsa valgono il 50 per cento in meno. Adesso bisogna essere bravi a coniugare un sostanziale pareggio di bilancio con una squadra competitiva. Il Milan aveva problemi di bilancio e adesso li ha risolti una volta per tutte».

Galliani ha quindi segnalato che gli obiettivi del Milan restano «quelli di sempre»: «Arrivare nei primi tre in campionato e andare avanti il più possibile in Champions League. Abbiamo un monte stipendi da ridurre in maniera consistente. Il Milan - ha aggiunto l'amministratore delegato rossonero - deve arrivare in pareggio nella gestione ordinaria e spero di farcela già nell'esercizio che è iniziato il primo gennaio e che si conclude il 31 dicembre. Non dovremo più essere costretti a vendere giocatori».

«Noi siamo già una squadra top Europa per fatturato, dobbiamo spendere quello che fatturiamo. Ogni sponsor che arriva è come un giocatore in più. Tutto questo - ha precisato ancora - anche se abbiamo tanti fattori contro. Siamo falcidiati dalle tasse. Il Milan paga l'IRAP anche sulla plusvalenza Kakà. Nel calcio italiano la Lega di Serie A non può cambiare le leggi dello stato e pesa così poco che è arrivato il no al terzo extracomunitario. In Spagna un calciatore brasiliano dopo tre anni diventa spagnolo; in Italia Serginho dopo 9 anni di Milan è ancora extracomunitario. Il canone di affitto di San Siro, otto milioni di euro per noi e l'Inter, è fra i più alti di Europa».

Galliani ha quindi domandato alla tifoseria milanista di comprendere il momento che attraversa la società rossonera, costretta recentemente a cedere al Real Madrid il fuoriclasse brasiliano Ricardo Kakà. «La nostra campagna abbonamenti è partita a rilento. Era nel conto. Mi auguro che i tifosi capiscano questa realtà», ha affermato Berlusconi, «l'economia colpisce tutti, qualsiasi settore, qualsiasi famiglia di questo mondo. Il Milan fa parte di questo mondo. Non stiamo smantellando, bisogna avere l'intelligenza di capire i momenti storici. Dopo 23 anni di grandi investimenti, il 24esimo ci si riposa. Poi magari l'economia cambia e si torna a fare cose importanti. Questo è solo uno dei 24 anni della nostra vita di Milan. Il Milan non è in vendita ed è nel cuore del presidente Silvio Berlusconi».