11 settembre 2024
Aggiornato 12:30
Il cardiologo risponde

Scompenso o insufficienza cardiaca. Cos’è, i sintomi, cosa fare, la diagnosi e le cure

Il dottor Carlo Maggio a Diario Salute TV: «Lo scompenso cardiaco è una patologia seria, importante, ma se trattata adeguatamente può consentire una buona prognosi»

Lo scompenso o insufficienza cardiaca è una malattia caratterizzata da una ridotta funzione del cuore che è quella di pompare il sangue in circolo – spiega il dottor Carlo Maggio, direttore del Centro medico Salus Project. C’era un grandissimo medico che diceva «non me ne vogliano i poeti, ma il cuore non è che una pompa». Ed effettivamente la funzione principale del cuore è quella di pompare sangue per farlo arrivare a vari organi e tessuti: cervello, reni eccetera. E il cuore questo lo fa egregiamente, tuttavia, a volte in seguito a una serie di disparate patologie come l’infarto, l’ipertensione, problemi valvolari, il cuore non è più in grado di pompare sangue a sufficienza: questa è l’insufficienza cardiaca.

I primi sintomi
«Quando il cuore non pompa più sangue a sufficienza possono comparire alcuni sintomi più o meno evidenti: accumuli di liquidi alle gambe, o accumuli di liquidi ai polmoni ben più pericolosi. Oppure la mancanza di fiato, quindi il paziente affetto da scompenso cardiaco non riesce più a camminare a lungo perché il cuore non riesce a sostenere questo sforzo», continua il dotto Carlo Maggio. 

L’importanza della prevenzione
«La prima cosa da fare e prevenire. Ecco il motivo per cui oggi ci affanniamo tanto per curare la pressione, l’ipertensione, per tenere sotto controllo il colesterolo e l’infiammazione che dà poi al colesterolo la sua valenza patologica. È fondamentale anche smettere di fumare perché lo scompenso cardiaco è una patologia che può essere una diretta conseguenza a questo stile di vita sbagliato».

La diagnosi di insufficienza cardiaca
«La diagnosi è abbastanza semplice. Spesso è sufficiente una raccolta di sintomi come la mancanza di fiato, gambe gonfie ecc. per cui la diagnosi è facile. Altre volte abbiamo la necessità di ricorrere a esami strumentali come può essere l’ecocardiogramma che ci consente di far vedere come il cuore si contrae. Ma anche altri esami possono essere utili come una semplice radiografia del torace che ci può indirizzare verso un accumulo di liquidi a livello dei polmoni».

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Una brutta prognosi?
«Un tempo l’insufficienza cardiaca era vista come una patologia gravissima, con prognosi peggiore a quella dei tumori. Oggi, salvo casi eccezionali, si riesce perlopiù a dare una buona prognosi. Ovviamente il paziente dovrà collaborare quindi dovrà assumere alcuni farmaci come i diuretici, dei beta-bloccanti che mettono a riposo il cuore oppure dei farmaci che si chiamano ACE inibitori che danno la possibilità di far lavorare meglio il cuore. Però esistono anche dei consigli semplici come non esagerare con il sale, perché un eccesso di sale comporta una ritenzione di liquidi e in un organismo dove c’è già la difficoltà di inviare il sangue al rene, potrebbe peggiorare lo scompenso cardiaco. Quello che dico sempre ai miei pazienti è di fare sempre molta attenzione ed evitare il più possibile l’assunzione di antinfiammatori non steroidei in caso di dolori, perché possono causare un ulteriore scompenso e aumentare la pressione. Poi, sotto la guida del medico è anche importante fare l’attività fisica giusta, quindi lo scompenso cardiaco è una patologia seria, importante, ma che se trattata adeguatamente può consentire una buona prognosi», conclude il dottor Carlo maggio.