I social media favoriscono depressione e ansia
Uno studio svela che un usare Facebook, Instagram e Snapchat molto meno del solito riduce depressione e ansia. Al contrario, usarli con frequenza aumenta questi disturbi mentali
Social network di nuovo sotto i riflettori degli psicologi, i quali da tempo ritengono che un uso intensivo – come accade alla maggioranza delle persone – sia collegato a disturbi mentali come depressione e ansia, solitudine e malessere psicologico. Tuttavia, in un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università della Pennsylvania, a Filadelfia, e pubblicato online sulla rivista Journal of Social and Clinical Psychology, dimostra che ridurre il tempo giornaliero dedicato ai social, come per esempio 30 minuti spalmati in tre collegamenti da 10 minuti, invero riduca proprio i sintomi e il rischio di depressione e ansia.
Social e disturbi mentali
Anche se, di fatto, non è mai stato dimostrato un collegamento di causa/effetto tra il frequentare i social e certi disturbi mentali, il nuovo studio è invece riuscito a mostrare questo collegamento dimostrando che ridurre il tempo sui social riduce i disturbi mentali. In questo caso, i ricercatori hanno considerato tre social network: Facebook, Instagram e Snapchat.
Lo studio
La dott.ssa Melissa G. Hunt e colleghi della Penn State hanno coinvolto 143 studenti universitari, di età compresa tra i 18 e i 22 anni. Al basale, i ricercatori hanno analizzato e valutato lo stato dell’umore e il benessere psico-fisico dei partecipanti tramite test standardizzati. Poi hanno monitorato l’uso di Facebook, Instagram e Snapchat per una settimana, al fine di conoscere le loro abitudini di utilizzo e navigazione nonché quale tipo di utenti fossero. Dopo questa prima fase, i partecipanti sono stati suddivisi a caso in due gruppi: gli appartenenti al primo dovevano usare i tre social in maniera di molto ridotta rispetto all’usuale, ossia soltanto per 10 minuti al giorno ognuno, per un totale di 30 minuti al giorno e per un periodo di tre settimane. Al contrario, gli appartenenti al gruppo di controllo potevano trascorrere lo stesso tempo di sempre sui social senza variazioni o limitazioni di sorta. Per mezzo di elaborati calcoli, i ricercatori hanno poi stabilito con precisione quanto tempo in totale i volontari passavano sui detti social network.
I risultati
Al termine delle tre settimane di test, si sono tirate le somme. Si è così scoperto che il gruppo che aveva dedicato soltanto 30 minuti al giorno ai tre sociali mostravano una significativa riduzione dei sintomi mentali collegati all’uso di queste piattaforme. Nello specifico, si erano ridotte la sensazione di solitudine, intesa come percezione d’isolamento sociale e la depressione – misurata in base a una scala relativa ai sintomi clinici depressivi. I miglioramenti circa la salute mentale sono inoltre risultati più marcati tra coloro che all’inizio dello studio (basale) mostravano una maggiore inclinazione nel manifestare sintomi depressivi, di ansia e di isolamento sociale. Tuttavia, non solo il gruppo con la limitazione di tempo ha ottenuto dei benefici quanto a salute mentale, ma anche il gruppo di controllo (che aveva libertà di tempo) ma era monitorato. Questo, secondo i ricercatori, dimostra che l’auto-monitoraggio è benefico in ogni caso. In entrambi i gruppi è stato infatti individuato un calo dell’ansia e della paura di rimanere esclusi dall’esperienza social – come per esempio la paura di non sapere cosa stanno facendo o postando i propri ‘amici’.
Un collegamento causale
Visti i risultati, Melissa G. Hunt e colleghi ritengono che il loro studio mostri per la prima volta un «chiaro collegamento causale» tra il ridurre l’uso dei social e una riduzione del senso di solitudine e delle manifestazioni collegate alla depressione. Gli autori dello studio, sottolineano inoltre come i social, che nelle intenzioni dichiarare dovrebbero favorire i rapporti tra le persone, possano invece contribuire ad aumentare il senso di solitudine. «Quando si osservano le vite degli altri, soprattutto su Instagram, è facile concludere che siano più interessanti o migliori della propria», spiega la dott.ssa Hunt. A conclusione dello studio, i ricercatori precisano che i risultati non sottintendono che le persone debbano smettere di passare del tempo sui social, semmai è il tempo dedicato che dev’essere adeguato e ‘sano’.
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