18 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Cause del colesterolo

E se la causa del colesterolo fossero i metalli pesanti?

Scienziati hanno rilevato un aumento esponenziale di colesterolo LDL nei pazienti con alti livelli di piombo e altri metalli pesanti

I metalli pesanti possono aumentare il colesterolo LDL?
I metalli pesanti possono aumentare il colesterolo LDL? Foto: Shutterstock

Diamo sempre troppe cose per scontate, anche in ambito scientifico. Fino a ieri abbiamo pensato che le malattie cardiovascolari fossero provocate dall’eccesso di grassi e dal consumo elevato di sale ma oggi alcuni scienziati mettono in dubbio tale teoria accusando principalmente i carboidrati. Altri hanno sfatato il mito del formaggio legato all’aumento del colesterolo: pare che alcuni latticini contengano sostanze in grado di ridurlo. Quindi, arrivati a questo punto verrebbe da chiedersi se tutto il mondo che ruota attorno il colesterolo non è nient’altro che un enorme malinteso. Questo, ovviamente non ci è dato di sapere. E di certo noi non abbiamo gli strumenti per rispondere a tale quesito ma c’è uno studio che potrebbe aprire interessanti porte: esiste una relazione tra colesterolo e metalli pesanti?

Colesterolo cattivo
Una ricerca che verrà presto presentata a Chicago presso le Scientific Sessions dell'American Heart Association 2018, ha trovato una correlazione positiva tra livelli elevati di piombo (e altri metalli pesanti) e il colesterolo alto. In particolare, ad aumentare sarebbero le lipoproteine a bassa intensità, ovvero le LDL - sostanze note con il nome di colesterolo cattivo.

Lo studio
Per arrivare a simili conclusioni, gli scienziati hanno preso in esame i dati ottenuti dal National Health and Nutrition Survey Survey (NHANES), un programma di studi volti a valutare la salute e lo stato nutrizionale di adulti e bambini negli Stati Uniti. Il sondaggio è unico in quanto combina interviste ed esami clinici. Il database contiene anche le informazioni relative ai livelli di colesterolo e di metalli pesanti.

Una differenza degna di nota
Dai risultati ottenuti dallo studio è emerso che vi è una differenza notevole tra i partecipanti che avevano livelli minimi di metalli pesanti e quelli che li avevano particolarmente alti. Questi ultimi infatti, avevano anche una quantità di colesterolo LDL molto più elevata. In pratica le LDL aumentavano progressivamente con i livelli di piombo o altri metalli.

Il confronto
I risultati ottenuti dallo studio ci dicono che le persone che avevano livelli più alti di colesterolo – totale rispetto a chi li aveva bassi – avevano anche il 56% in più di probabilità di avere un colesterolo totale più alto in associazione a elevate quantità di piombo. Oppure il 73 per cento in più di probabilità di avere un colesterolo totale più alto nel caso in cui avessero avuto livelli sostanziosi di mercurio nel sangue. Se invece era il cadmio a essere in abbondanza il pericolo di ipercolesterolemia saliva del 41%. Per quanto riguarda il solo colesterolo cattivo, aumentava del 22% con livelli alti di piombo o mercurio.

Screening
I risultati potrebbero stravolgere il nostro modo di concepire il colesterolo e le relative terapie. E questo potrebbe spiegare il motivo per cui, spesso, cambiare alimentazione potrebbe non essere sufficiente nella lotta contro il colesterolo. «L'aumento del colesterolo osservato con l'aumento dei livelli di metalli pesanti nel sangue potrebbe avere conseguenze cardiovascolari nelle persone esposte a metalli pesanti, come nelle aree con crisi idriche. Ciò suggerisce la necessità di uno screening per i metalli pesanti come potenziale rischio di colesterolo alto e malattie cardiovascolari», concludono gli autori dello studio. Ricordiamo che anche un altro studio aveva messo in evidenza come alti livelli di mercurio esponevano al rischio di dislipidemia [1].

Fonti scientifiche

[1] Environ Health Toxicol. 2017; 32: e2017014. Published online 2017 Aug 31. doi: [10.5620/eht.e2017014] PMCID: PMC5704572 PMID: 28859472 Fish consumption, mercury exposure, and the risk of cholesterol profiles: findings from the Korea National Health and Nutrition Examination Survey 2010-2011 Yong Min Cho