Medico muore di TBC in ospedale: aperta un’inchiesta
Un medico di medicina d’urgenza è morto nell’ospedale in cui lavorava a causa della tubercolosi intestinale. Ecco i dettagli della vicenda

NAPOLI - Una donna di 60 anni che ha dedicato tutta la sua vita alla medicina, è deceduta presso l’ospedale San Paolo di Napoli a causa di una tubercolosi addominale. Il medico – impiegata nel reparto di medicina d’urgenza - aveva lavorato nella struttura sanitaria, situata nel quartiere Fuorigrotta, fino a questa estate, più precisamente fino ad agosto. Era una professionista stimata da tutti, e ora alle persone che lavoravano in corsia con lei rimane solo più tanto dolore e amarezza per la sua scomparsa, probabilmente evitabile.
Indagine interna
Nella giornata di oggi, una commissione di indagine interna richiesta esplicitamente da Mario Forlenza - direttore generale dell’ASL di Napoli 1 – indagherà sulle cause della morte del medico. «La commissione che è un organo terzo svolgerà il suo lavoro anche se mi hanno ribadito che tutti i protocolli previsti dal caso sono stati rispettati», spiega all'Ansa il Forlenza.
La commissione
La commissione che si occuperà dell’indagine è composta dal direttore Uoc della Sorveglianza Sanitaria, Remigio Prudente, da Carmen Ruotolo, referente rischio clinico, da Lucio Minopoli dell'Uopc, da Massimo Majolo del dipartimento assistenza ospedaliera Asl Napoli 1 Centro, e da Alessandro Petrella dell'Azienda dei Colli (ospedale Cotugno).
La tubercolosi fa ancora paura
«Questo caso dimostra il fatto che la Tubercolosi sia ancora presente nel nostro Paese - ha dichiarato Susanna Esposito, Presidente WAidid e ordinario di Pediatria all'Università degli Studi di Perugia - e che richieda una diagnosi precoce e un'appropriata terapia. È importante che tutti i medici siano informati su quelli che sono i sintomi della TBC, indipendentemente da quelle che siano le loro specialità, che identifichino precocemente i pazienti con i sintomi della malattia e li sottopongano ad adeguate misure di isolamento e di terapia, oltre ad effettuare su se stessi e sui propri contatti le adeguate misure di screening per identificare l'infezione tubercolare latente. Proprio per questo WAidid, in occasione del 2° Congresso in corso a Milano, ha ritenuto opportuno lanciare il Global TB Network con l'obiettivo di favorire le conoscenze sulla malattia e la gestione dei casi che si presentano».
Cos’è la tubercolosi addominale (o intestinale)
La tubercolosi addominale è scatenata da un’infezione batterica (mycobacterium tuberculosis) conosciuta anche come bacillo di Koch. In questo caso, il danno è circoscritto al tratto intestinale, più precisamente al colon discendente o, più, raramente nel sigma o nella zona ileo-cecale. Quando i micobatteri entrano nell’intestino creano una sorta di manicotto che blocca o riduce la motilità intestinale. La conseguenza è una tendenza alla comparsa del megacolon, in cui il tratto ascendente si dilata fino a creare una ptosi più o meno grave.
Come avviene il contagio
Il contagio avviene per ingestione dei micobatteri, generalmente attraverso carne o latte infetto. A meno che il paziente non sia già affetto da tubercolosi polmonare e, in questo caso, l’ingestione del muco contaminato da micotossine può provocare la tubercolosi intestinale.
La diagnosi
La diagnosi avviene attraverso l’RX in cui si evidenzia il manicotto. D’altro canto, anche la colonscopia può essere utile per rilevare eventuali ulcere. Infine, analisi approfondite dei tessuti possono aiutare a rilevare il micobatterio allo scopo di ottenere un antibioticogramma adatto al paziente.
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