16 maggio 2025
Aggiornato 04:00
Effetti collaterali dei farmaci

Attenzione al paracetamolo o acetaminofene: può danneggiare gravemente il fegato

Il noto analgesico a base di acetaminofene, il paracetamolo, può causare insufficienza epatica acuta. I risultati di uno nuovo studio

Paracetamolo e fegato
Paracetamolo e fegato Foto: Shidlovski | shutterstock.com Shutterstock

I farmaci a base di acetaminofene, o paracetamolo, sono molto utilizzati in caso di dolore, febbre e altri problemi in cui è necessario l’uso di un analgesico. Tuttavia, questo come altri farmaci, non è esente da effetti collaterali – che possono anche essere pesanti. Nel caso specifico, i ricercatori dell’Università Nazionale di Singapore hanno scoperto un nuovo modo in cui il prodotto di degradazione del farmaco influisce sulle proteine ​​del fegato, causando una insufficienza epatica acuta.

Gli effetti sul fegato
Quello che oggi si sa è che, nel fegato, il paracetamolo viene convertito in un nuovo composto che si lega in modo covalente alle proteine, un amminoacido chiamato cisteina. Quando si verifica questa condizione, è noto che i legami covalenti contribuiscono alla tossicità del paracetamolo –anche se non possono spiegare del tutto il ruolo nell’insufficienza epatica. Si sa inoltre che il composto compromette l’attività dei mitocondri (i fornitori di energia cellulare), ma non si lega direttamente ad alcuni degli enzimi nei mitocondri sulla cui attività influisce.

La scoperta
Durante lo studio, il dottor James Chun Yip Chan e colleghi hanno esaminato la glutationilazione, ossia il processo con cui il glutatione in forma libera arriva a legarsi ad alcune proteine dell’organismo, modificandone la struttura. Nella fattispecie, si è esaminata una modifica post-traduzionale apportata ai residui di cisteina in risposta alla tossicità del paracetamolo. Gli autori hanno poi segnalato un nuovo approccio proteomico per isolare e identificare le proteine ​​glutationilate e applicarlo alle cellule trattate con l’acetaminofene. Le analisi condotte hanno così permesso ai ricercatori di scoprire che un prodotto di degradazione del paracetamolo può causare la glutationilazione, suggerendo un nuovo meccanismo per il danno causato dal farmaco.

I risultati dello studio
I risultati completi dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Molecular & Cellular Proteomics, e rivelano che, in genere, il glutatione viene aggiunto ai residui di cisteina per proteggerli dai danni dell’ossigeno in condizioni di stress. I ricercatori sono riusciti a dimostrare che il paracetamolo e il suo prodotto di degradazione attivano la glutatione in modo dose-dipendente. La modifica apportata dal farmaco porta a una disfunzione metabolica e altri effetti legati alla tossicità del paracetamolo. I risultati dello studio favoriscono la comprensione della tossicità del farmaco ad alte dosi, in particolare ciò che avviene tra gli enzimi alterati dal trattamento con acetaminofene, senza legarsi direttamente al farmaco o ai suoi metaboliti. Gli esperti avvertono pertanto di non abusare del paracetamolo e, nel caso si debba assumere o utilizzare per più tempo, consultarsi con il proprio medico.