25 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Tumore del pene

Eccezionale intervento a Torino, ricostruito un pene con il lembo dell'avambraccio

Il paziente aveva avuto un tumore del pene, e l'organo genitale era stato quasi del tutto asportato

Chirurgia
Chirurgia Foto: S_L | shutterstock.com Shutterstock

TORINO – Eccezionale intervento chirurgico a Torino, dove è stato ricostruito totalmente il pene con un lembo dell’avambraccio sinistro a un paziente a cui era stato amputato per un tumore. L’operazione si è svolta presso l’ospedale Molinette della Città della Salute. Il paziente è un uomo di 40 anni, padre di famiglia ed è felicemente sposato da circa 15 anni. Conduce una vita normale, in una città del Nord Italia.

La storia
Un giorno come tanti si accorge della presenza di una piccola neoformazione sul glande, a cui tuttavia non dà molta importanza – spiega una nota – Trascorrono i mesi e la lesione diventa sempre più grande, motivo per cui, spinto dalla sua compagna, combatte la timidezza e si reca in visita dall’urologo locale. Alla visita urologica la lesione risulta sospetta per un tumore infiltrante del pene. Il paziente viene allora sottoposto a una biopsia, che conferma la drammatica notizia: si tratta di un tumore avanzato del pene. L’uomo viene per necessità sottoposto a un intervento altamente demolitivo, che consiste nell’asportazione della quasi totalità del pene e dei linfonodi inguinali. Il trattamento, in considerazione della grande aggressività del tumore, viene completato con un ciclo di chemioterapia.

Dopo i 5 canonici anni
A 5 anni di distanza, il paziente è considerato guarito dal tumore, ma alla giovane età di 45 anni si ritrova senza il pene, simbolo della sua mascolinità e virilità. La sua vita sociale è gravemente compromessa da questa situazione, tanto che sviluppa un quadro di depressione. Decide quindi di mettersi alla ricerca di un centro italiano che possa dare una risposta a questo problema, ricostruendo il genitale amputato. Gli viene indicata quale Centro di riferimento la Clinica Urologica universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Paolo Gontero).

L’eccezionale intervento
L’uomo, dopo attenta valutazione multidisciplinare, viene sottoposto a un delicatissimo intervento di ricostruzione totale del pene con un lembo microrchirugico prelevato dall’avambraccio sinistro. Il complesso intervento, della durata di circa otto ore, viene eseguito dalla équipe ricostruttiva genitale del professor Paolo Gontero (Marco Falcone e Massimiliano Timpano) e dal microchirurgo (Davide Ciclamini) «A distanza di 2 mesi dall’intervento possiamo dichiararci soddisfatti per la riuscita dell’intervento che ha restituito al paziente la sua mascolinità – ha dichiarato Gontero – Ora siamo in attesa, tra alcuni mesi, di impiantare una protesi idraulica del pene che restituirà al paziente la possibilità di avere nuovamente una vita sessuale attiva».

Il tumore del pene
Anche se è un evento raro, può causare delle menomazioni pesantissime nei pazienti, soprattutto quelli colpiti in giovane età. Il trattamento deve essere dunque integrato, finalizzato in primis a guarire il tumore, ma con l’obiettivo non meno importante di ricostruire in un secondo tempo le mutilazioni genitali derivate dai necessari trattamenti demolitivi.
Questo è solo uno dei temi che verrà affrontato nel corso del Meeting internazionale di Chirurgia genitale, ricostruttiva e robotica, che l’équipe andrologica (Carlo Ceruti, Luigi Rolle, Omid Sedigh, Massimiliano Timpano, Marco Falcone) dell’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette (diretta dal prof. Gontero) organizzerà il 31 maggio e l’1 giugno, presso l’Aula Magna dell’ospedale Molinette (corso Bramante 88). Esperti di fama mondiale interverranno con l’esecuzione di interventi in diretta di ricostruzione di complesse anomalie dei genitali e dell’uretra. Tutti gli interventi saranno in diretta su streaming. Una sessione speciale sarà poi dedicata al tumore del testicolo, patologia che colpisce 10 uomini su 100mila (in prevalenza giovani) e le cui possibilità di cura, oggi eccellenti, risiedono soprattutto nella presenza di un efficace lavoro di gruppo tra urologi, oncologi e radioterapisti operanti in centri ad elevata specializzazione e dotati di moderne tecnologie, quali il Robot Da Vinci, che ha recentemente dimostrato, in casi selezionati, di ridurre l’invasività di alcuni interventi.