25 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Cibo biologico

Cibo biologico: costa il 47% in più di quello normale. Ne vale davvero la pena?

Il cibo biologico costa mediamente il 47% in più, ma può arrivare ad aumenti del 116%. Ne vale davvero la pena di spendere così tanti soldi?

Il costo del cibo biologico
Il costo del cibo biologico Foto: Gpointstudio | Shutterstock Shutterstock

Senza ombra di dubbio il cibo biologico è più salutare di quello coltivato con metodi tradizionali. E non si tratta solo di pesticidi aggiunti ai vegetali. L’alimento bio, anche per ciò che concerne la carne, prevede metodi più green sia nella scelta dei mangimi per animali sia nella modalità di allevamento. In questo caso, infatti, i capi di bestiame sono più liberi, nel senso che hanno più spazio a parità di terreno sfruttabile. Quello che c’è da chiedersi, però, è se i costi giustificano tali differenze. Stiamo, infatti, parlando del 47% in più rispetto all’alimento classico. Ma si tratta di semplice business o davvero i produttori sostengono costi molto più elevati?

Alimenti biologici e light
A fare il punto della situazione è stato l’osservatorio nazionale Federconsumatori che ha svolto un’indagine sui prezzi al consumatore degli alimenti biologici e light. Ovvero quelli che al momento vanno più di moda. Mangiar sano, infatti, oltreché una necessità è un vero e proprio trend. Non a caso nascono come funghi alimenti senza lattosio, senza lievito, senza burro, senza olio di palma e persino senza glutine (per i non celiaci). Tutti cibi che nella stragrande maggioranza dei casi non sono stati consigliati da un medico, ma da un naturopata attraverso test e analisi antiscientifiche come il vega-test. Ma non solo: spesso ci si illude di star meglio anche quando invece non è così. Sono molto rari i casi, infatti, in cui è davvero necessario affidarsi a determinati alimenti.

Ma quanto mi costi?
Secondo i risultati ottenuti da Federconsumatori, mediamente il cibo biologico costa il 47% in più di quello tradizionale. Ma alcune marche possono arrivare all’82%. Se si parla di verdure sfuse, per esempio, si arriva – come nel caso dei pomodori – al 116% in più. E in Italia, forse, ci va ancora bene perché pare che in Cina, il prezzo del bio arrivi persino al 700% in più. Ma è davvero possibile che i produttori spendano così tanto in più per fornirci un prodotto dalle caratteristiche pressoché simili?

Ma è davvero cibo più sano?
Cosa c’è di speciale nel cibo biologico? È una domanda che il famoso quotidiano americano Time Magazine si è fatto alcuni anni fa. Secondo alcune analisi, infatti, è vero che gli animali allevati biologicamente sono meno grassi, ma allora la selvaggina è di gran lunga migliore perché gli animali si nutrono naturalmente e si muovono di più. E, nonostante ciò, costa decisamente meno del biologico. Ma per quanto riguarda il resto le differenze sono davvero minime. A confermarlo, è uno studio pubblicato sul l’American Journal of Clinical Nutriton, il quale non ha evidenziato differenze tra cibo bio e convenzionale se non per una percentuale minima (in più) di vitamine nel bio.

Fa bene alla salute?
E’ indubbio che il cibo biologico è migliore dal punto di vista salutare anche se non si può generalizzare perché ognuno è diverso. Ecco perché i risultati di alcune ricerche spesso sono contrastanti. Ci sono però degli studi (da verificare) che hanno dimostrato «una debole associazione tra consumo di cibo biologico e una ridotta incidenza di linfoma non-Hodgkin, sebbene lo studio fosse basato su un periodo di osservazione di solo sette anni». Gli alimenti sani, che non hanno previsto l’uso di pesticidi o farmaci, hanno anche evidenziato una riduzione del rischio di sovrappeso e obesità. «L'associazione tra consumo di alimenti biologici e riduzione del sovrappeso/obesità è stata trovata anche quando i dati sono stati aggiustati per età, attività fisica, istruzione, fumo, dieta restrittiva e rispetto delle linee guida nutrizionali pubbliche. Nel documento gli autori affermano che questi dati devono essere interpretati con cautela poiché lo studio ha diverse limitazioni», spiegano i ricercatori.

Differenze di composizione
Diversi studi hanno messo in evidenza le differenze tra cibo biologico e cibo tradizionale. Ecco i risultati di uno studio coordinato dai ricercatori del Nafferton Ecological Farming Group (NEFG), School of Agriculture, Food and Rural Development della Newcastle University:

1)      Le colture organiche hanno una maggiore attività antiossidante che si attesta tra il 18 e il 69%. L'assunzione aumentata di polifenoli e antiossidanti è stata collegata a un ridotto rischio di alcune malattie croniche come le malattie cardiovascolari e neurodegenerative e alcuni tumori.

2)      Le colture convenzionali hanno livelli più elevati di cadmio metallico tossico e sono quattro volte più a rischio di contenere residui di pesticidi rilevabili; ci sono raccomandazioni generali per minimizzare l'assunzione di pesticidi e cadmio per evitare potenziali impatti negativi sulla salute

3)      Le colture convenzionali hanno anche concentrazioni più elevate di proteine, azoto, nitrati, nitriti. L'assunzione aumentata di questi composti è stata collegata a impatti sulla salute sia positivi che negativi

4)      Carne, latte e prodotti caseari biologici hanno concentrazioni approssimativamente superiori di acidi grassi omega-3 desiderabili dal punto di vista nutrizionale; l'assunzione di acidi grassi omega-3 a catena molto lunga nelle diete occidentali e l'EFSA (European Food Safety Authority) raccomanda di raddoppiare almeno il loro apporto.

5)      Il latte biologico conteneva livelli più elevati di acido linoleico coniugato totale (CLA), maggiore concentrazione di ferro e α-tocoferolo, considerati nutrizionalmente desiderabili, sebbene l'evidenza di benefici per la salute del CLA provenga principalmente da studi in vitro e su animali.

6)      Il latte convenzionale ha invece concentrazioni più elevate di iodio e selenio: il latte non è una fonte importante di selenio, ma può essere la principale fonte di iodio nei paesi in cui il sale iodato non è ampiamente disponibile o utilizzato. Vi è la preoccupazione che il contenuto inferiore di iodio nel latte biologico possa causare carenza di iodio (specialmente durante la gravidanza e / o in individui con basso consumo di latte) e conseguenze negative sulla salute (ad esempio compromissione dello sviluppo del cervello fetale)

7)      La carne convenzionale ha concentrazioni leggermente superiori, ma significativamente più elevate, degli acidi grassi saturi e miritici, collegati a un aumentato rischio di malattie cardiovascolari.

Come spendere meno
In sintesi, il biologico è meglio e – probabilmente – potrebbe farci risparmiare denaro da un punto di vista sanitario. Anche se queste, al momento, sono solo teorie. Come abbiamo visto, infatti, anche il cibo bio presenta alcuni – seppur minimi - svantaggi. D’altro canto i prezzi sono ancora piuttosto proibitivi, ma per risparmiare conviene acquistare gli alimenti biologici a marchio del supermercato più vicino – qualitativamente identici, ma a prezzi più contenuti. È indubbio che se potenzialmente alcune aziende possono mettere in commercio prodotti a simili prezzi potrebbe farlo chiunque. E solo quando ci sarà davvero molta concorrenza potremo assistere a una diminuzione dei costi. Il prezzo elevato, lo ricordiamo, non è dovuto al tipo di produzione ma al costo effettivo delle varie certificazioni. «A far lievitare i costi del biologico, contribuiscono le norme comunitarie che impongono una certificazione, le cui spese devono essere sostenute direttamente dai produttori – si legge su Consumatori.it. Ridurre i costi per le certificazioni (rendendole anche più efficienti), contenere le spese di gestione per i produttori e accorciare ulteriormente la filiera – spiega Agostino Macrì- aiuterebbe, perlomeno, a rendere il biologico meno elitario». E chi ha la possibilità di vivere in campagna sa benissimo che ci sono molti piccoli produttori che, a livello pratico, utilizzano la coltivazione biologica perché non usano pesticidi. Non avendo la certificazione, tuttavia, non possono dichiararli tali. Ciò che invece possono fare è commercializzare i loro prodotti agricoli a prezzi inferiori. Anche perché generalmente la vendita è diretta. Questo può essere un buon modo per ottenere alimenti biologici a prezzi (quasi) paragonabili all’agricoltura tradizionale.

Fonti scientifiche

[1] Food Nutr Res. 2017; 61(1): 1287333. Published online 2017 Mar 6. doi:   10.1080/16546628.2017.1287333 PMCID: PMC5345585 PMID: 28326003 Effects of organic food consumption on human health; the jury is still out! Marcin Barański, a Leonidas Rempelos, a Per Ole Iversen, b and Carlo Leifert

[2] Kesse-Guyot E, Péneau S, Méjean C. Profiles of organic food consumers in a large sample of French adults: results from the Nutrinet-Santé Cohort study. Plos ONE. 2013;8(10):e76998. 

[3] Bradbury KE, Balkwill A, Spencer EA. Organic food consumption and the incidence of cancer in a large prospective study of women in the United Kingdom. Br J Cancer. 2014;110(9):2321–2326.