L'aderenza alle cure determina la possibilità di guarigione. Arriva l'algoritmo che dà i numeri giusti
Nato dalla collaborazione fra Università Cattolica e Merck, l'algoritmo permette di valutare la reale aderenza alle cure, che molti schivano, spesso rinunciando

ROMA – Uno dei problemi quando si segue una cura è la cosiddetta ‘aderenza’, ossia il seguire correttamente la terapia prescritta, in modo da ottenere i benefici ricercati. Ma spesso non è facile capire se si sta aderendo in modo corretto o meno. Per rimediare è stato sviluppato un algoritmo capace di dimostrare, numeri alla mano, proprio l'aderenza e la sostenibilità delle terapie.
L’algoritmo
Questo strumento è stato messo a punto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, grazie al contributo non condizionante di Merck, nell’ambito di un programma di ricerca pluriennale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità «massimizzare l’efficacia degli interventi finalizzati ad aumentare la compliance può avere un impatto di gran lunga maggiore sulla salute delle popolazioni di qualunque altro progresso terapeutico»: è in quest’ottica che nasce il progetto Abbiamo i numeri giusti volto ad individuare gli interventi più efficaci e più efficienti per migliorare la salute dei pazienti e ottimizzare, al contempo, le risorse pubbliche. con ricadute positive sia in termini di salute che di minori sprechi, a oggi mancava lo strumento che permettesse di dare una dimensione quantitativa alla sequenza virtuosa engagement, aderenza, salute e sostenibilità.
Abbiamo i numeri giusti
Il progetto ‘Abbiamo i Numeri Giusti’ – spiegano i ricercatori – dimostrerà che sarà possibile per le istituzioni scegliere, dati numerici alla mano, le politiche più efficaci per migliorare l’aderenza alle terapie e, di conseguenza, aumentare gli esiti di salute per i pazienti con automatica riduzione degli sprechi correlati a mancata guarigione e/o ricadute. «Individuare strategie mirate all’efficacia degli interventi è un’operazione essenziale per la difesa del nostro welfare – afferma Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – la compliance, in particolare, è uno di quei passaggi del percorso terapeutico essenziale al successo delle cure. Oltre a ridurre significativamente gli sprechi e le migrazioni sanitarie, la compliance è anche il segno di un’alleanza medico-paziente che restituisce all’intervento sanitario il valore della relazione umana nella cura».
Aumentare la possibilità di guarigione
«Aumentare il livello dell’aderenza alla terapia - ha spiegato Americo Cicchetti, Direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore - significa aumentare le possibilità di guarigione e, automaticamente, ridurre, se non eliminare, gli sprechi conseguenti. Sprechi che non si limitano al costo della terapia poi interrotta, ma si riferiscono a recidive, ricoveri impropri, per non parlare dei costi correlati, ad esempio, a giornate di lavoro perse. Il problema che dovevamo risolvere - continua Cicchetti - era mettere a punto uno strumento che permettesse di identificare, sulla base di evidenze obiettive, gli interventi volti ad aumentare l’aderenza che dessero il miglior ritorno sia in termini di salute che di sostenibilità economica».
Una preziosa collaborazione
Queste sono le considerazioni che hanno ispirato la collaborazione tra Merck e Università Cattolica del Sacro Cuore. Collaborazione che ha portato alla messa a punto della tessera mancante: l'algoritmo che sarà testato e validato su scala nazionale. Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Puglia sono le prime 5 regioni presso le quali, con il coordinamento dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’algoritmo verrà sperimentato utilizzando i grandi numeri dei data base regionali.
Un Advisory Board di altissimo profilo - composto da rappresentanti istituzionali, nazionali e regionali, di Società Scientifiche e Associazioni di pazienti - ha la funzione di indirizzo generale, di fornire supporto e idee e, alla fine, sulla base dei risultati prodotti dalle 5 Regioni, di redigere un documento di sintesi e di indirizzo per il prosieguo del progetto.
Il ruolo del paziente
Se si parla di aderenza non si può non parlare del paziente, o meglio, del ruolo che il paziente può e vuole giocare nei processi di salute che lo riguardano. È il paziente che deve essere convinto e consapevole, ingaggiato per usare il termine tecnico, di avere nelle sue mani una chiave importante per la sua salute, ovvero per guarire dalla malattia: l’aderenza.
«In un mio recentissimo editoriale ho scritto che la sanità è un gioco di squadra e il paziente non può stare in panchina - commenta Guendalina Graffigna, Professore Associato di Psicologia per il Marketing Sociale dell’Università Cattolica di Milano - Senza la collaborazione attiva del paziente le terapie sono destinate all’insuccesso. Al contrario, una persona partecipe, ovvero ingaggiata, non solo segue la terapia con maggiore scrupolo, ma è anche in grado di attivarsi tempestivamente ai primi sintomi, nel proprio interesse e di quello del sistema. In definitiva, il paziente è una risorsa ancora tutta da sfruttare».
C’è sempre chi abbandona le cure
Una recente survey commissionata da Merck all’EngageMinds Hub Research Center, coordinato dalla stessa Graffigna nell’ambito dell’Università Cattolica di Milano, ha evidenziato come su un campione di 1.000 malati cronici più della metà (56%) abbia pensato di abbandonare le cure, 1 su 10 (12%) afferma che questo è un pensiero ricorrente, mentre ben 7 su 10 (70%) risultano non aderenti alla terapia in maniera completa. La mancata aderenza alla terapia causa ogni anno 125mila morti negli Stati Uniti, per una spesa di circa 300 miliardi di dollari, mentre in Europa si contano 200mila decessi che causano una spesa di 120 miliardi di euro. Una maggiore aderenza comporta un ridotto rischio di ospedalizzazione, minori complicazioni legate alla malattia, una maggiore efficacia e sicurezza dei trattamenti e, nello stesso tempo, un risparmio in termini di costi. Per questo molti Paesi stanno mettendo in atto strategie tese a migliorare l’aderenza dei pazienti con cure più efficaci per i cittadini e una migliore gestione delle risorse. L’auspicio è che grazie a questo progetto l’Italia possa diventare un esempio da replicare in altri Paesi europei.