25 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Marker tumorali

Ecco il dispositivo che rileva la presenza di un cancro con un semplice test delle urine

Un solo millilitro di urina potrebbe essere in grado di stabilire se il paziente è affetto da un tumore maligno o meno

Marker tumorali
Marker tumorali Foto: Shutterstock

Sono anni che gli scienziati lo ripetono: servono misure diagnostiche mirate che siano in grado di scovare le cellule cancerose ancor prima che il tumore si manifesti a livello sintomatico. Ma non solo: anche i metodi che vengono utilizzati generalmente sono piuttosto invasivi e poco graditi dal paziente. Al contrario, alcuni ricercatori sono riusciti a trovare una tecnica molto più versatile, sicura e poco invasiva da poter effettuare tramite un semplice test delle urine. «La sfida continua per i medici in qualsiasi campo è quella di trovare uno strumento diagnostico non invasivo che consenta loro di monitorare i propri pazienti su base regolare - ad esempio, con un semplice test delle urine».

La comunicazione cellulare
La scienza ci dice che le cellule comunicano tra di loro attraverso una serie di meccanismi diversi. Uno di questi, meno noto ma oggetto di studio negli ultimi anni, sono le cosiddette vescicole extracellulari. Possono essere considerati dei pezzi appartenuti in precedenza a una cellula ma in grado di viaggiare all’interno del nostro organismo. Grazie a questo movimento inviano dei messaggi ben precisi alle altre cellule. Si tratta, in sintesi, di mediatori cruciali fra una cellula e l’altra.

Cosa sono le vescicole extracellulari?
Le vesciocole extracellulari sono chiamate anche esosomi. Sono dei frammenti di cellule che vengono liberate proprio da loro stesse sia quando è presente una patologia che quando il soggetto è sano. Esse trasportano proteine e microRNA (materiali genetico). Da alcuni anni la medicina rigenerativa sembra averle prese in considerazione allo scopo di rigenerare tessuti e organi infiammati o per ridurre le masse tumorali.

Il dispositivo
Grazie ad alcuni scienziati giapponesi, è stato ideato un dispositivo in grado di catturare questi particolari veicoli e utilizzarli per la diagnosi del cancro. «Le vescicole extracellulari (EV) sono potenzialmente utili come indicatori clinici. La composizione delle molecole contenute in una EV può fornire una firma diagnostica per alcune malattie», ha dichiarato Takao Yasui, dell'Università di Nagoya in Giappone.

MicroRNA
Le vescicole extracellulari contengono anche microRNA, ovvero pezzi di acido ribonucleico che svolge un ruolo essenziale nella normale biologia cellulare. La presenza di tali composti a livello urinario potrebbe rappresentare un segnale di allarme che indica la presenza di temibili malattie come il cancro alla vescica e alla prostata.

Ma ci sono ancora molti limiti
Come sempre la ricerca è ancora in fase iniziale e allo stato attuale è necessario superare alcuni scogli. Tra questi un metodo per acquisire le EV e analizzarle facilmente in un contesto di routine. «il contenuto di EV nelle urine è estremamente basso, inferiore allo 0,01 per cento del volume totale del liquido, il che rappresenta un ostacolo importante alla loro utilità diagnostica», continua Yasui. «La nostra soluzione era quella di incorporare nanofili di ossido di zinco in un polimero specializzato per creare un materiale che ritenevamo sarebbe stato altamente efficiente nel catturare queste vescicole».

Ottima efficienza
«I nostri risultati suggeriscono che il dispositivo è davvero efficiente: abbiamo ottenuto una percentuale di raccolta superiore al 99%, superando l'ultracentrifugazione e altri metodi attualmente utilizzati nel campo», ha aggiunto il ricercatore. La tecnica prevede l’utilizzo di un solo millimetro di urina rintracciando un numero diversi tipi di microRNA rispetto all'approccio standard di ultracentrifugazione.

Anche nelle stenosi biliari
La misurazione della concentrazione di vescicole extracellulari (EV) nella bile, è stata già testata anche per differenziare le stenosi maligne dei dotti biliari da quelle benigne. «Fino ad ora, la diagnosi di stenosi biliare maligna veniva effettuata attraverso la raccolta di dati clinici, studi di imging e campioni di tessuto, ma sempre con basso rendimento. La misura delle vescicole nella bile sembra facile e possibile a condizione che il metodo di misurazione sia standardizzato e diventi routinario nella pratica clinica quotidiana. Siamo rimasti stupiti dalla grande differenza tra i casi controllo e i casi di cancro, ma i risultati sono stati cristallini», hanno dichiarato Annarita Farina  e Jean-Louis Frossard dell’Università di Ginevra.