Ossessione dei selfie, si chiama «selfite» ed è un disturbo mentale. Il test fai da te
Il desiderio di farsi i selfie ogni giorno è stato classificato come un vero e proprio disturbo mentale. Ecco come identificarlo

Se ami farti i selfie più volte al giorno potresti essere malato o, per essere più preciso, affetto da un disturbo mentale. È la voglia ossessiva di fotografare la propria immagine che – a detta degli scienziati – rappresenta una condizione allarmante che non va affatto sottovalutata. Anzi, è stata persino stilata una scala del comportamento che ci aiuta, attraverso specifici punti, a comprendere qual è la gravità della nostra situazione.
Selfite
L’ossessione dei selfie è stato ribattezzato come selfite o, più precisamente, obsessive selfie-taking. A etichettarlo come un vero e proprio disturbo mentale è stata la Nottingham Trent University. Allo scopo di comprenderne la gravità è stata anche ideata una scala del comportamento autologo che, in teoria, ognuno di noi può seguire prima dell’intervento di un esperto.
I dubbi c’erano già alcuni anni fa
«Qualche anno fa apparvero storie sui media che sostenevano che la condizione di selfite doveva essere classificata come un disturbo mentale dall'American Psychiatric Association. In quel momento, tuttavia, la storia si rivelò essere una bufala, ciò però non significava affatto he la condizione di selfite non esistesse. Ora possiamo confermarne la sua esistenza e abbiamo sviluppato la prima scala al mondo per valutare il la condizione del selfita», spiega il dottor Mark Griffiths, illustre professore di tossicodipendenza comportamentale presso il Dipartimento di psicologia della Nottingham Trent University.
Lo studio
Per sviluppare la scala nel migliore dei modi, alcuni scienziati hanno coinvolto 200 partecipanti testandone poi l’efficacia su altre 400 persone. La maggior parte dei volontari erano residenti in India perchè in tale paese vi è il maggior numeri di utenti Facebook e un altissima quantità di persone morte proprio durante un selfie effettuato in luoghi pericolosi.
I tre livelli di selfite
Secondo i risultati ottenuti dallo studio pubblicato sull'International Journal of Mental Health and Addiction, ci sono esattamente tre livelli di selfite. La prima è la cosiddetta borderline: ovvero quella situazione che è a cavallo tra la normalità e il disturbo mentale. In questo caso il soggetto scatta circa tre selfie al giorno ma non li pubblica nei social. Il secondo livello è denominato acuto: la persona scatta almeno tre selfie al giorno e le pubblica sui social media. L’ultimo, il più pericoloso, è denominato cronico: è il desiderio quasi incontrollabile di farsi diverse foto durante l’arco della giornata e pubblicarle più di sei volte al giorno sui social network.
Perché si fanno i selfie?
E’ una domanda che molti adulti si pongono guardando i loro figli adolescenti: da dove arriva questo desiderio incontrollabile di fare foto a se stessi? Gli scienziati hanno identificato sei motivazioni diverse: aumenta la loro autostima, cercano attenzioni, migliorano il proprio umore, tentano di connettersi meglio con l’ambiente che li circonda, aumentano il senso di conformità all’interno del gruppo e sono socialmente competitivi. «La ricerca suggerisce che le persone fanno i selfie per migliorare il loro umore, attirare l'attenzione su se stessi, aumentare la loro autostima e connettersi con il loro ambiente. Se questo è vero, questo documento è di per sé un «selfie» accademico», dichiarano i ricercatori. Il fatto triste è che se nell’individuo sono presenti più fattori, il livello di gravità aumenta in maniera esponenziale.
Mancanza di fiducia
«In genere, coloro che soffrono della condizione presentano di mancanza di fiducia in se stessi e cercano di adattarsi a coloro che li circondano, mostrando sintomi simili ad altri comportamenti potenzialmente coinvolgenti. Ora sembra che l'esistenza della condizione sia stata confermata, si spera che ulteriori ricerche saranno condotte per comprendere meglio come e perché le persone sviluppano questo comportamento potenzialmente ossessivo, e cosa si può fare per aiutare le persone che ne sono maggiormente colpite», conclude il dottor Janarthanan Balakrishnan.
Ma c’è chi dice no
Il dott. Mark Salter, portavoce del Royal College of Psychiatrists, in merito alla ricerca, ha dichiarato: «La Selfite non esiste e non dovrebbe esistere. C'è una tendenza a cercare di etichettare un'intera gamma di comportamenti umani e complessi con una sola parola, ma è pericoloso perché può dare un’idea di realtà che non esiste».
Le 20 domande per scoprire se soffri di Selfite
Per valutare il tuo livello di selfite, gli scienziati hanno stilato una lista di 20 domande. Prova a rispondere a ognuna autoassegnandoti un punteggio da uno a cinque per ognuna. 5 significa che sei fortemente d’accorso, 1 in completo disaccordo. Più il punteggio è vicino al 100 più è grave la forma di selfite che hai sviluppato.
- Fare autoscatti mi dà la sensazione di poter apprezzare al meglio il mio ambiente
- Condividere i miei selfie crea una sana competizione con i miei amici e colleghi
- Ho una grande attenzione condividendo i miei selfie sui social media
- Sono in grado di ridurre il mio livello di stress quando mi faccio un selfie
- Mi sento più fiducioso quando scatto un selfie
- Ricevo più consenso tra i miei compagni quando faccio i selfie e li condivido sui social media
- Sono in grado di esprimermi meglio nel mio ambiente attraverso i selfie
- Prendere diverse pose attraverso i selfie aiuta ad aumentare il mio status sociale
- Mi sento più popolare quando pubblico i miei selfie sui social media
- Scattare più selfie migliora il mio umore e mi fa sentire felice
- Ho un’idea migliore di me stesso quando mi faccio i selfie
- Divento un membro più «forte» del mio gruppo grazie ai post sui selfie
- Fare autoscatti fornisce ricordi migliori
- Inserisco frequenti selfie per ottenere più "Mi piace" e commenti sui social media
- Pubblicando i selfie, mi aspetto che i miei amici mi valutino positivamente
- Fare autoscatti modifica istantaneamente il mio stato d'animo
- Faccio più selfie e li guardo in privato per aumentare la mia sicurezza
- Quando non faccio selfie, mi sento distaccato dal mio gruppo
- Faccio i selfie come trofei per i ricordi futuri
- Uso gli strumenti di fotoritocco per migliorare il mio selfie in modo da sembrare migliore di altri