1 maggio 2024
Aggiornato 23:00
Tumori e cani

I cani scovano il tumore prima dei macchinari. Liù batte tutti

Liù, la cagnetta dell’Esercito Italiano che scova i tumori in maniera più veloce e affidabile dei tradizionali macchinari

Liù scova il tumore prima dei macchinari
Liù scova il tumore prima dei macchinari Foto: Shutterstock

In una clinica ospedaliera puoi aspettarti di trovare medici esperti e luminari, ma difficilmente penseresti che ad attenderti è una dottoressa a quattro zampe. Eppure esiste davvero e come lei tante altre, sparse in varie parti del mondo. Il suo nome è Liù ed è uno splendido pastore tedesco. La sua specializzazione è quella di poter diagnosticare un cancro in brevissimo tempo. E il suo fiuto è infallibile, tanto che supera l’attendibilità di una macchina.

Non ne sbaglia una
La splendida cagnetta – appartenente all’esercito italiano - pare essere infallibile in fatto di diagnosi, tant’è vero che è più precisa di un laboratorio di analisi. Non a caso il futuro della medicina è nelle sue mani, ops! Zampe. Grazie al suo infallibile fiuto, infatti, alcuni ricercatori hanno scoperto un modo per individuare la patologia prima che si manifesti.

  • Sapevi che…?
    Una delle prime testimonianza di queste incredibili virtù canine risalgono al 1989, epoca in cui uscì un articolo che parlava di un medico britannico che, dopo aver visto il proprio cane annusare continuamente il neo sulla gamba della moglie, scoprì che si trattava di un tumore.

Uno studio italiano
Lo studio, condotto in Italia grazie a un team di specialisti dell’ospedale Humanitas di Castellanza, è stato in grado di evidenziare alcune tracce del cancro che si sviluppano ancor prima che la patologia sia individuabile dal paziente. E questo lo si deve interamente a Liù che è stata in grado di scovare il cancro laddove i macchinari più innovativi hanno fallito.

Una molecola specifica
Liù «ci ha dimostrato che il tumore possiede una molecola caratteristica, anzi caratterizzante, e per questo il cane riesce a riconoscerla subito grazie al suo olfatto. Con l’aiuto del cane, da questo momento in poi, speriamo di individuare questa molecola e di riuscire a isolarla. A quel punto la diagnosi precoce e la prevenzione saranno molto più semplici», spiegano gli scienziati.

Una sorpresa inaspettata
La scoperta è avvenuta in maniera alquanto insolita. Inizialmente, infatti, gli scienziati hanno pensato che Liù avesse commesso un clamoroso errore perché aveva rilevato tracce di cancro laddove parevano non esserci. «Temevamo che fosse entrata in confusione. Segnalava qualcosa di strano sui campioni di un paziente a cui i medici avevano diagnosticato un tumore alla vescica. Era strano perché Liù è addestrata a riconoscere solo il cancro alla prostata e per questo credevamo fosse incappata in un clamoroso errore. E invece si è scoperto successivamente che quel paziente aveva sviluppato anche il tumore alla prostata», ha raccontato a La Stampa il colonnello Lorenzo Tidu. 

Diagnosi canine?
«Il ministero della Salute per ora non consente che la diagnosi sia eseguita solo con il fiuto del cane. E per questo tutti i pazienti sono stati prima sottoposti ai normali protocolli medici e dopo Liù ha fatto la sua analisi. Tra i campioni che ha dovuto fiutare sono stati inseriti anche quelli di pazienti sani e così ne abbiamo accertato l’attendibilità», continua Tidu. Le prime analisi condotte in tal senso sono iniziate nel 2012, ma lei era già al lavoro per l’Esercito Italiano nel 2010. «E’ entrata in servizio nel 2010 con la specializzazione della ricerca degli esplosivi. Era uno dei cani del centro cinofilo che l’Esercito impiega in svariate situazioni: negli scenari operativi all’estero ma anche per supporto alla Protezione civile in caso di calamità o per scopi di sicurezza come è avvenuto durante l’Expo. Insieme, siamo stati in Kosovo, ma dopo qualche mese Liù è stata scelta per partecipare a questa sperimentazione scientifica».

Una guerra combattuta insieme
La guerra contro il cancro, quindi, viene combattuta in sinergia tra militari e medici grazie al contributo della splendida Liù e per merito del suo papà, il sergente Paolo Sardella. «I medici ci fanno arrivare i campioni delle urine dei pazienti sottoposti a controllo e nel suo ambiente abituale il cane esegue con calma tutti i suoi test. La prima fase dell’addestramento è servita a insegnargli a distinguere gli odori caratteristici. Esattamente come si fa per la ricerca degli esplosivi. Ogni volta che riconosce quell’odore caratteristico, ma solo in quel caso, Liù si siede e noi così possiamo capire il messaggio che vorrebbe farci arrivare. Un lavoro che per gli uomini e la scienza è tanto importante, per il cane è un divertimento. Che, nella sua testa, ha un solo obiettivo: conquistare una dose in più di crocchette e il suo giocattolo preferito».

Come fanno a rilevare i tumori?
Alcuni ricercatori ipotizzano che tale capacità sia dovuta al fatto che le cellule cancerose emettono alcuni componenti specifici come azoto e idrocarburi che producono esalazioni molti tipiche, ma che solo i cani riescono ad avvertire. Gli scienziati, quindi, vorrebbero mettere a punto una sorta di naso elettronico che possa essere affidabile esattamente come quello canino.