6 ottobre 2024
Aggiornato 19:00
Pet therapy

Vivere con un cane allunga la vita. Ecco perché

Uno studio svedese è riuscito a dimostrare come la compagnia di fido può migliorare la qualità della vita promuovendo la longevità. Il commento degli esperti della Simg

il cane riduce il rischio di mortalità
il cane riduce il rischio di mortalità Foto: Shutterstock

Nessuno nega quanto sia piacevole dormire in compagnia di micio o avere uno splendido acquario con pesci e tartarughe. Ma se c’è un animale che aiuta a farci star bene e a vivere più a lungo quello è il cane. Questo, per lo meno, è quanto emerge da recenti ricerche scientifiche. Ma non solo: anche Claudio Coricelli, presidente nazionale della Società Italiana di Medicina Generale, conferma i recenti risultati ottenuti da uno studio svedese e promuove fido come miglior elisir di lunga vita. Ecco perché.

Minor rischio di morte
Secondo quanto emerso di recente da una ricerca condotta in Svezia, i proprietari di cani assisterebbero a un minor rischio di morte sia per cause cardiovascolari che di altro genere. Lo studio è stato condotto su oltre tre milioni di cittadini Svedesi. Gli scienziati hanno esaminato a fondo i registri nazionali di persone di età compresa fra i 40 e gli 80 anni confrontandoli con quelli di proprietari di cani.

Evidente riduzione di malattie cardiovascolari
Secondo i risultati ottenuti dai ricercatori, chi vive in compagnia di un amico a quattro zampe, avrebbe una riduzione di malattie cardiovascolari e di mortalità per qualsiasi causa. Ma non si tratta solo di un aumento dell’attività fisica obbligatoria per portare fido a passeggio, piuttosto dei benefici derivanti dalla sua compagnia. «I risultati hanno mostrato che i proprietari di cani avevano una riduzione del 33% del rischio di morte e dell'11% di riduzione del rischio di infarto», rispetto a chi non ne possedeva nessuno, ha detto l'autrice dello studio Mwenya Mubanga, dell'Università di Uppsala.

Elimina lo stress
«L’effetto del cane per la salute umana è documentato da molte ricerche. In particolare, spesso consigliamo di adottarne uno nel caso di disturbi psicosomatici e stress, perché questo tipo di problema si risolve prima», ha dichiarato all’Adnkronos Salute Claudio Cricelli, presidente nazionale Simg (Società Italiana di Medicina Generale). «Io stesso ho avuto un cane per 15 anni, preso dopo che un collega mi aveva diagnosticato un disturbo da stress. Mi disse che non c’era una cura, ma l’unico consiglio che poteva darmi era di prendere un cane, così sarei guarito prima». Coricelli ricorda la relazione intima e prodonda che si era instaurata con il suo cane: «eravamo come in simbiosi».

Ottimo aiuto per le persone anziane
«Esistono numerosi studi – continua Cricelli - che mostrano l’effetto positivo di un animale domestico per la salute, in particolare per le persone anziane o sole. Il cane è un animale con cui si crea una relazione intensa: magari guardare i pesci in un acquario rilassa, ma avere un cane innesca una relazione differente. Inoltre stimola l’attività fisica e la socialità, perché come sanno bene i proprietari camminare con un animale al guinzaglio apre al mondo».

Benefici confermati
I benefici di cui tanto si parla non sono solo credenze popolari, ma fatti confermati dalle più recenti ricerche scientifiche. «Migliora lo stato psicofisico, lo stress si riduce, il tono dell’umore ne risente in positivo. Ed essendo le malattie cardiovascolari le più diffuse, sono le prime a risentire della presenza di un quattrozampe».

Gioia pura
«Possedere un cane è stato associato a una riduzione della mortalità e al rischio di avere malattie cardiache. Studi precedenti avevano già evidenziato questa associazione ma non sono stati conclusivi, in gran parte a causa delle dimensioni della popolazione prese in esame. Essere proprietari di un cane ha molti vantaggi e ora possiamo contare su una migliore salute del cuore. Tuttavia, come sicuramente molti proprietari di cani saranno d'accordo, la ragione principale per possedere un cane è la pura gioia», conclude il dottor Mike Knapton della British Heart Foundation.