24 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Batteri resistenti

Giornata Mondiale degli Antibiotici, nuove resistenze si aggiungono a quelle presenti

Nuove antibiotico resistenze minacciano la salute e la vita delle persone. L'Istituto Superiore di Sanità (Iss): dimezzata la resistenza penicillina in Streptococcus pneumoniae

ROMA – Il problema della resistenza agli antibiotici da parte dei batteri è sempre più diffuso e temuto, tanto che è stato paragonato a una Apocalisse – specie se non si corre ai ripari in tempi brevi. Il problema è globale, ma in Italia ha assunto proporzioni preoccupanti. Secondo i dati della sorveglianza AR-ISS coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), per la maggior parte dei microrganismi sotto sorveglianza la situazione appare stabile, con un alto numero di infezioni causate da microrganismi multiresistenti, ma nuove resistenze riemergono.

Nuove minacce dai batteri
La percentuale di MRSA (Staphylococcus aureus resistente alla meticillina) oscilla da anni (da quando è iniziata la sorveglianza alla fine degli anni 90') intorno al 33-34%, pur con ampie variazioni da laboratorio a laboratorio. Ma nel corso del tempo sono comparsi e si sono aggiunti altri microrganismi multiresistenti, quali i ceppi di Enterobatteri resistenti ai carbapenemi (CPE). Tra questi, nel nostro paese è diffusa soprattutto Klebsiella pneumoniae che è resistente a quasi tutti gli antibiotici disponibili, e che, secondo il recente Report della Sorveglianza Nazionale delle batteriemie da CPE, provoca almeno 2000 casi di batteriemia per anno. Anche Escherichia coli ha raggiunto da alcuni anni e mantiene le stesse alte percentuali di resistenza alle cefalosporine di terza generazione (30%) e ai fluorochinoloni (43%).

Una buona notizia c'è
Dal fronte della sorveglianza c'è tuttavia una buona notizia: è il dimezzamento della resistenza alla penicillina in Streptococcus pneumoniae, un microrganismo causa di polmoniti e sepsi che insorgono in pazienti che non sono ospedalizzati. Questo successo però, spiega l'Iss, non è da ascriversi a un migliore utilizzo di antibiotici sul territorio, quanto all'implementazione della vaccinazione antipneumococcica, soprattutto a livello pediatrico, che ha portato alla riduzione o eliminazione di sierotipi di pneumococco resistenti alla penicillina.

Altri però rimangono problematici
Rimangono sempre problematici altri microrganismi multiresistenti, quali Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter spp che provocano infezioni soprattutto in pazienti critici quali quelli ricoverati nei reparti di terapia Intensiva. Questi microrganismi, già intrinsecamente resistenti a molti antibiotici, sono spesso resistenti anche ad antibiotici essenziali per la terapia.
A questi microrganismi multiresistenti si sono aggiunti negli ultimi 2-3 anni gli Enterococchi resistenti alla vancomicina o VRE. I VRE hanno rappresentato un grosso problema clinico negli anni '90 e all'inizio del 2000, ma successivamente il problema è apparso sotto controllo. Oggi i VRE, rappresentati in Italia soprattutto da Enterococcus faecium, tornano a essere una minaccia. Basti pensare che fino al 2013 la percentuale di E. faecium resistente alla vancomicina nelle batteriemie era il 5%. Questa percentuale nel 2016 è schizzata al 13%. Sul fronte Europeo la resistenza non dà segni di declino, come evidenziato dal recente Report EARS-Net 2016 malgrado le iniziative politiche e istituzionali si moltiplichino.