19 marzo 2024
Aggiornato 04:30
Tumori al polmone e diagnosi

Cancro, l’Università di Salerno scopre biomarcatore per diagnosi precoce

Ricercatori italiano scoprono un biomarcatore per la diagnosi del cancro al polmone, il tumore big killer numero uno in Italia e nel mondo. Una svolta nella lotta al cancro?

Cancro al polmone
Cancro al polmone Foto: Shutterstock

SALERNO – La ricerca italiana compie decisivi passi nella lotta al cancro. Ed è una corsa contro il tempo, se si considera che in tutto il mondo ogni minuto muoiono due persone a causa cancro. A oggi sono stati stimati 1.655.540 nuovi casi e oltre 580morti. E le e aspettative per i prossimi dieci anni non sono rosee, l’OMS infatti prevede un aumento esponenziale pari a circa il 70% dell’incidenza dei tumori. Tra questi spicca quello che è considerato il big killer numero uno: il cancro al polmone. Un tipo di tumore tra i più devastanti e diffusi, che è da solo la maggiore causa di morte per neoplasia a livello globale. Le stime parlano di oltre 1,6 milioni di su un totale di circa 1,8 milioni, la stragrande maggioranza dunque. Nel 2016, in Europa, sono stati stimati circa 410.220 nuovi casi di cancro al polmone, pari all’11,9% delle diagnosi di tumore in generale. In Italia si parla di 41.300 casi.

I numeri da catastrofe
Il cancro al polmone ha in genere una prognosi infausta. Sono infatti la metà degli ammalati che muoiono entro un anno dalla diagnosi, spiega il comunicato dell’Università di Salerno. Questo anche perché, allo stato attuale, «per la maggior parte dei pazienti la diagnosi avviene in uno stadio avanzato della malattia». La percentuale di sopravvivenza a 5 anni è infatti meno del 10% anche a fronte dei più recenti sviluppi nelle terapie. Tuttavia gli oncologi sono tutti concordi nel ritenere che oltre l’80% dei casi di cancro al polmone potrebbero essere curati se si riuscisse a intervenire per tempo, quando la malattia è in uno stadio iniziale. In questo contesto – sottolineano i ricercatori dell’UNISA, sviluppare strumenti in grado di riconoscere e trattare al più presto possibile il paziente è una priorità della ricerca ma soprattutto un’esigenza sociale e sanitaria.

I limiti degli strumenti diagnostici
A volte le sorti di un paziente dipendono anche dagli strumenti diagnostici, che non sempre sono all’altezza del compito. Come spiegano i ricercatori dell’UNISA, i metodi diagnostici attualmente impiegati, basati principalmente su analisi strumentali (TAC, PET ecc.) e identificazione di marcatori tumorali sono spesso invasivi, costosi e, soprattutto, nel caso dei biomarkers del tutto aspecifici, dato che il loro livello tende ad aumentare in modo indiscriminato in molti tipi di tumore. Ecco pertanto come la scoperta di marcatori specifici e selettivi divenga un bisogno sentito e diffuso. Non a caso proprio su questo aspetto si è concentrata negli ultimi anni la ricerca del Dipartimento di Farmacia (DIFARMA) dell’Università di Salerno.

La scoperta del biomarcatore
«Dall’idea dei ricercatori DIFARMA, Aldo Pinto, Rosalinda Sorrentino, Rita P. Aquino e Michela Terlizzi, è nata la ricerca per un biomarcatore specifico del tumore al polmone, brevettata nel 2014 con brevetto esteso in vari Paesi nel mondo fino al 2016, alla base della nascita di ImmunePharma srl, spinf-off universitario. Lo spin-off, incubato dal DIFARMA, comprende varie professionalità, la maggior parte giovani ricercatrici precarie con competenze farmacologiche e farmaceutiche, oltre il dr. Antonello Saccomanno, CFO dello spin-off», si legge nella nota UNISA.
«Mission di ImmunePharma è la produzione di anticorpi, kit e device per diagnosi e prognosi del cancro polmonare, partendo dalla scoperta di specifiche sequenze necleotidiche e peptidiche in grado di modulare l’attività della pathway molecolare coinvolta nel complesso dell’inflammosoma nel carcinoma polmonare. La scoperta rappresenta anche la base per poter sviluppare in futuro farmaci specificamente mirati all’inibizione della pathway e aprire nuovi scenari nella terapia farmacologica del cancro al polmone».
ImmunePharma si è reso protagonista del congresso internazionale della European Respiratory Society tenutosi a Milano dal 9 al 13 settembre, presentando i risultati dei primi passi dello sviluppo di un test per la diagnosi di cancro polmonare. La dott.ssa Sorrentino, ricercatore UNISA e CEO ImmunePharma, ha animato una conferenza stampa con opinion leaders insieme ai pneumologi Claudio Donner (Presidente Fondazione Mondo Respiro) secondo cui «il test diagnostico potrebbe rappresentare una soluzione per i soggetti a rischio come i pazienti affetti da BPCO e i forti fumatori» e prof. Paolo Zamparelli (Presidente Fondazione Giuseppe Moscati Sorrento Onlus) secondo cui «il test sviluppato a Salerno potrebbe rivoluzionare l’approccio al tumore polmonare, perché ha caratteristiche di specificità e sensibilità tali da poter fornire una diagnosi precoce su vasta scala».

Il test diagnostico
Questo test è in fase di sviluppo e «si basa sull’individuazione di una proteina della famiglia delle caspasi, che in base alla scoperta dei ricercatori DIFARMA è presente in concentrazioni 5 volte superiori nei pazienti con tumore al polmone e non presente in altri tipi di tumore, sia solidi che liquidi, sino a ora testati. Il test che ne deriva è basato su un saggio biochimico altamente selettivo e specifico, la cui accuratezza sfiora il 95%, da eseguire dopo un semplice prelievo di sangue, che quindi risulta di facile esecuzione in comuni centri diagnostici. Il nuovo esame rappresenta lo strumento ideale per una diagnosi precoce, estendibile a larga fascia di popolazione, essenziale per diagnosticare e combattere il tumore al polmone nei primi stadi, aumentando il successo terapeutico e la possibilità di sopravvivenza.
La ricerca deve essere estesa a un numero notevolmente più elevato di soggetti entro il 2018 prima dell’effettiva industrializzazione e commercializzazione del device. A tal fine ImmunePharma è in partnership con la Dr. Safuan srl di Parma. I primi passi dell’accordo di collaborazione hanno già permesso di avviare le fasi preliminari all’industrializzazione del kit e contatti con aziende USA quali l’Inspirix Inc. per la futura commercializzazione e distribuzione».