18 aprile 2024
Aggiornato 16:30
33 anni dopo un tumore

Si riabbracciano 33 anni dopo il tumore. E su Facebook li acclamano

Tre bambini affetti da un sarcoma alle ossa si riabbracciano trentatré anni dopo. Non avevano quasi speranze di sopravvivenza. Ma oggi brindano alla vita

Si riabbracciano 33 anni dopo un tumore
Si riabbracciano 33 anni dopo un tumore Foto: Shutterstock

Anno 1985: quando la vita sembrava persa per sempre, quando ogni speranza di felicità pareva essere svanita. E invece 33 anni dopo eccoli qua, ex adolescenti affetti da un sarcoma alle ossa, che un tempo gli aveva impedito di condurre una vita normale con i propri coetanei. Ma oggi, contro ogni aspettativa, si rincontrano. Michele Birro, Francesca Pecoraro e Ottavio Demontis si rivedono dopo tanti anni per fare qualcosa di estremamente importante: festeggiare la vita.

Poche cure, ma tanta speranza
Francesca, Michele e Ottavio si sono incontrati la prima volta 33 anni fa. Erano uniti da unico – terribile -  destino: tutti e tre erano affetti da un tumore alle ossa. Si vedono, così, per la prima volta all’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna. Stiamo parlando di molti anni fa, tempo in cui le cure non erano come quelle di oggi. Anzi, si può dire che fossero decisamente più scarse e di ridotta efficacia. Nonostante ciò sono stati molto combattivi e hanno vinto la loro battaglia.

Una vita come tante altre
Chi l’avrebbe mai potuto dire che con una malattia così devastante i ragazzi di ieri avrebbero potuto diventare adulti? Oggi, infatti, conducono una vita normalissima. E, cosa ben più importante, stanno bene. Secondo quanto riportato da La Repubblica, Francesca ha due figli e lavora in un bar, Ottavio opera presso il consorzio di bonifica e Michele è impiegato amministrativo in un ospedale.

Cure micidiali
Si sa che quando si parla di cancro si ha spesso più paura delle cure che della malattia. La chemioterapia, in particolare, è una delle terapie più devastanti che la medicina mette a disposizione. E se da un lato oggi abbiamo una piccola speranza che questa possa essere soppiantata da metodiche ben più avanzate, dall’altra, negli anni ottanta anche il solo pensarci era ritenuto fantascienza. «C’era la chemioterapia bianca, la gialla e rossa – raccontano. Quelle erano le più micidiali. Nessuno di noi riesce a bere più una cedrata, un gingerino o una gassosa perché il ricordo va inevitabilmente a quelle dosi potentissime».

Poche possibilità di vita
I tre sembrano aver sfidato il destino. Nonostante i medici non davano molte speranze né a loro né ai genitori, i ragazzi non hanno mai smesso di sperare. «La scienza non aveva gli strumenti di oggi. Ci davano poche possibilità di vita, eppure abbiamo lottato e trovato persone speciali. Ora, per la prima volta dopo 33 anni, abbiamo deciso di ritrovarci per celebrare quello che per noi è davvero un anniversario di vita».

Un brindisi speciale
Michele, Ottavio e Francesca decidono di incontrarsi 33 anni dopo aver sconfitto il mostro: un sarcoma osseo che dava loro ben poche speranze di vita. Hanno scelto di rivedersi, dopo il lontano 1985, e brindare insieme alla vita ritovata e alla caposala del Rizzoli che oggi compie 70 anni. Quando il quotidiano La Repubblica ha condiviso questa meravigliosa notizia su Facebook il popolo del web si è scatenato con migliaia di splendidi commenti. Tra questi anche quelli di persone come loro che ce l’hanno fatta: «È importantissimo condividere storie come la vostra – si legge sul profilo de La Repubblica - Anche io ho provato in chemioterapia la Vincristina: terribile farmaco, però ci ha salvato la vita. Vi abbraccio forte», scrive Cristina Cristini.

I tre stanno donando a molte persone la forza di reagire, il desiderio di farcela e vincere la propria battaglia. Vivere dopo un cancro è possibile – oggi più di ieri – ma bisogna avere la forza di lottare, contro la malattia e gli effetti devastanti della chemio. Dopodiché non resta altro da fare che tornare a vivere.