HIV shock: siringhe infette nelle pompe di benzina. È tutta una bufala (o quasi)
Siringhe infette nelle pompe di benzina. È una bufala, ma la foto riporta un caso realmente accaduto negli Stati Uniti. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

ROMA - Pare che vivere sereni e tranquilli sia diventato molto difficile negli ultimi anni. C’è chi ha – giustamente – il terrore di andare nei luoghi affollati, chi ha paura di recarsi in aeroporti, stazioni o concerti a causa del terrorismo. Ma da un paio di settimane ci sono anche persone che hanno paura di rifornire di benzina la propria. Il motivo? È molto semplice: secondo alcuni messaggi allarmisti nella pompa erogatrice si troverebbero delle siringhe infettate da HIV. C’è qualcosa di vero in tutta questa storia o è tutta una bufala? Per fare chiarezza dobbiamo iniziare dal principio.
Messaggi su WhatsApp e social
Tutto comincia su Facebook più o meno così: «Attenzione, da qualche tempo c’è chi si diverte a inserire siringhe infette di sangue di sieropositivi nelle pistole erogatrici di carburante in alcune stazioni di servizio». Questo messaggio, corredato della foto che potete vedere sotto, piano piano viene anche condivisa attraverso altri social e messaggi privati su WhatsApp. Va da sé che il tono allarmistico spinge la maggior parte delle persone a rendere virale la diffusione della foto.
Quanti like vuoi?
Il problema è diventato molto serio: pare che la gente faccia di tutto per ottenere like su Facebook. Se un tempo la gente si dava tanta pena per diventare una persona famosa, oggi si fa la gara a chi ottiene più «mi piace» attraverso i propri post. Pare che il valore di una persona si misuri attraverso i fan di una pagina o la popolarità sui Social. Ed è così che nascono delle foto puramente inventate o drammatiche come quella del bambino sospeso fuori dalla finestra che ha ottenuto circa un migliaio di like in tempi brevissimi. Ma un post che mette in guarda dal contrarre una possibile malattia grave come l’HIV fa il giro del mondo. Si ottengono in questo modo migliaia di like in poche ore.
Cosa c’è di vero in tutto questo?
Tutti sappiamo che con Photoshop possiamo davvero fare di tutto. È un classico, per esempio, pubblicare foto in cui sembriamo decisamente più giovani e belli per attirare follower. Nella speranza, ovviamente, che nessuno ci veda mai di persona. In questo caso, però, non si tratta di una foto maneggiata al computer ma di un’immagine reale che, tuttavia, non viene dall’Italia. Secondo il Giornale di Sicilia, la foto arriverebbe dagli Stati Uniti luogo in cui, probabilmente, il fatto è realmente accaduto. Ma sicuramente non in larga scala come abbiamo immaginato.
Possiamo stare tranquilli?
Sicuramente ad oggi non sono stati registrati casi di questo genere nel nostro paese. È importante sottolineare, però, che la foto – divenuta virale – potrebbe aver fatto venire un’idea in più a qualche malintenzionato. Quindi, prima di far circolare una foto, è importante controllare la fonte. Il web è costellato di Fake News, lo sappiamo tutti. Un’azione di questo genere potrebbe davvero portare a una situazione drammatica che fino a poco tempo prima neppure era pensabile. Quindi il nostro consiglio è di smettere di inviare questa immagine affinché termini il fenomeno della viralità e, nel frattempo, dare sempre un’occhiata alle pompe di benzina.
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