28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Sanità

Meningite, il 10% degli italiani è portatore sano. Arrivano le linee guida

Un italiano su 10 è portatore sano di meningite. Lo sostiene la Simit, e forse anche questo potrebbe spiegare il perché di questa recrudescenza di casi. Anche se ogni anno ve ne sono sempre stati, anche il ministro della sanità Lorenzin ammette che forse un problema c’è

Allarme meningite, un italiano su dieci è un portatore sano
Allarme meningite, un italiano su dieci è un portatore sano Foto: Shutterstock

ROMA – Il diffondersi della meningite e i casi sempre più all’ordine del giorno potrebbero anche essere favoriti con la complicità inconsapevole proprio dei cittadini. Secondo gli esperti della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit), infatti, il 10% della popolazione – cioè un italiano su dieci – è portatore sano di meningococco.

Ospiti nostro malgrado
Secondo gli scienziati ognuno di noi potrebbe ospitare – anche solo per un certo periodo – uno dei batteri della famiglia dei meningococchi, senza però ammalarsi. Cioè essere appunto un portatore sano. Il problema è che non si sa di essere un portatore in quel momento, e se si viene in contatto con qualcuno in quel momento predisposto a infettarsi, ecco che il ‘danno’ è fatto.

Cosa si sa
Questa problematica, e altre, sono state oggetto degli ‘Stati generali sulla meningite’, organizzati per fare il punto sulla malattia meningococcica invasiva (Mmi), dalla Simit, l’Istituto superiore di sanità e il Ministero della Salute, e che si sono tenuti ieri a Roma. «La grande paura delle scorse settimane – spiega Massimo Galli, vicepresidente Simit e professore ordinario di Malattie infettive all’Università di Milano – è ingiustificata perché il 10-20% della popolazione ‘porta’ il meningococco in gola. La maggior parte delle persone lo ha avuto almeno una volta nella vita. Non sono batteri cattivi – sottolinea l’esperto – diventano tali sono in una persona su mille di quelle che lo portano. Probabilmente la causa sono fattori genetici. Oggi però non abbiamo un identikit su chi può essere interessato da una forma acuta, quindi bisogna fare prevenzione attraverso i vaccini».

Il maggior rischio è nelle comunità
Come per altre malattie trasmissibili, il rischio maggiore si ha laddove soggiornano molte persone. Gli esperti sottolineano infatti che i tassi di trasmissione e di carriage (o stato di portatore), aumentano in comunità, caserme, collegi… in particolare dove vi sono soggetti giovani. Ma anche nelle persone entrate in contatto con casi di malattia meningococcica. Il carriage poi è più frequente tra gli adolescenti e i giovani (di solito tra gli 11 e i 20 anni) che vivono nei Paesi ad alto reddito. Questo poi è favorito dalla presenza di infezioni respiratorie concomitanti, dal fumo di sigarette, da condizioni di sovraffollamento e dal baciarsi.

Quando si verificano i casi
Gli esperti stimano che in queste condizioni vi sia la possibilità che si verifichi un caso di malattia meningococcica invasiva ogni mille portatori. In Italia, ogni anno i casi di Mmi segnalati sono circa 200, e senza variazioni significative negli ultimi anni – al contrario di quanto possa sembrare. L’incidenza annuale è tra gli 0,2 e gli 0,3 casi per 100 mila abitanti. A esserne più soggetti sono i bambini al di sotto dell’anno di vita, con oltre 4 casi per 100 mila. Più del 50% dei casi nei bambini piccoli è causato principalmente dal siero gruppo B. Segue il siero gruppo C, di cui negli ultimi due anni si è registrato un aumento insolito dei casi in Toscana. «Dobbiamo pensare che statisticamente nel nostro Paese abbiamo 3 casi di meningite al giorno, nelle loro diverse forme, quindi si parla di circa mille casi l’anno», ha dichiarato il ministro della salute Beatrice Lorenzin, intervenuta alla convention, e sottolineando l’importanza della vaccinazione nella prevenzione di questa malattia che sta facendo discutere molto. Intanto la Simit sta preparando le linee guida.