29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Medicina

Dopo 48 anni si svelerà il mistero del virus che causa la gastroenterite, il norovirus

Grazie alla coltura di cellule intestinali, gli scienziati si preparano a svelare il mistero che si cela dietro al norovirus, il patogeno che causa la gastroenterite, l’infezione che ogni anno colpisce centinaia di migliaia di persone con sintomi più o meno intensi come diarrea e vomito. L’intento è prevenire l’infezione, cosa che a oggi non è possibile

Gastroenterite, dopo 48 anni si potrà comprendere come agisce il virus
Gastroenterite, dopo 48 anni si potrà comprendere come agisce il virus Foto: Shutterstock

HOUSTON – Gli scienziati statunitensi del Baylor College of Medicine sono in procinto di svelare il mistero che aleggia dietro al virus che causa la gastroenterite: il norovirus. Lo hanno fatto per la prima volta riuscendo a coltivare cellule intestinali epiteliali umane su cui far crescere il norovirus – cosa che non era riuscita prima di ora. L’impresa è riuscita oltre 40 dopo che il dottor Albert Kapikian identificò i norovirus umani come causa di diarrea grave.

Capire per prevenire e curare
Lo studio, pubblicato sulla rivista Science, rappresenta un importante passo in avanti nello studio dei virus che causano la gastroenterite umana. La possibilità di coltivare un certo numero di ceppi di norovirus su cellule intestinali umane, permetterà ai ricercatori di esplorare e sviluppare le procedure per prevenire e curare l’infezione, oltre a comprendere meglio la biologia dei norovirus. «Gli scienziati hanno cercato di far crescere i norovirus in laboratorio per un tempo molto lungo – ha spiegato la dott.ssa Mary Estes, che ha coordinato la ricerca – Lo si è provato per gli ultimi 20 anni. Nonostante tutti i tentativi e il successo nel crescere altri virus, è rimasto un mistero il motivo per cui i norovirus erano così difficili da coltivare».

Solo per gli umani
La difficoltà nello studiare i norovirus è data anche dal fatto che i virus umani colpiscono solo l’uomo e non per esempio i topi o altri modelli animali, e viceversa. Allo stesso modo, non si riescono a far crescere in colture di laboratorio che tradizionalmente supportano la crescita di altri virus – come per esempio le cellule trasformate che sono derivate da tessuti cancerosi. «La mia idea era che non eravamo riusciti a far crescere i norovirus, perché non avevamo le cellule giuste –sottolinea Estes – Anzitutto, abbiamo dimostrato che in pazienti con infezioni croniche da norovirus, il virus potrebbe essere rilevato nelle cellule intestinali chiamate enterociti, ma normali cellule enterociti umane muoiono rapidamente quando siano messe in coltura. Una svolta è arrivata quando abbiamo appreso che il team del dott. Hans Clevers nei Paesi Bassi aveva sviluppato un metodo per creare un nuovo tipo di sistema di coltura delle cellule epiteliali intestinali umane, tra cui enterociti – prosegue Estes – Questi nuove e multi-cellulari colture umane, chiamate enteroidi, sono costituite da cellule staminali intestinali adulte derivate da tessuti del paziente».

Il futuro
Questa eccezionale scoperta permetterà pertanto di scoprire finalmente come il virus si sviluppa e moltiplica, infettando gli esseri umani. Gli studi che ne seguiranno potranno così dar modo di sviluppare trattamenti preventivi e cure immediate dell’infezione, che allo stato attuale non sono possibili. Le persone che infatti sono colpite dalla malattia devono ancora oggi fare i conti con un malessere spesso pesante da sopportare con diarrea e vomito continui. «Abbiamo finalmente risolto 48 anni di mistero – conclude la dott.ssa Estes – Siamo stati in grado di far crescere il norovirus nelle colture che imitano l’ambiente intestinale, in cui il virus si sviluppa naturalmente, con l’aggiunta di bile alle colture. La bile è fondamentale per alcuni importanti batteri patogeni, ma questa è la prima volta che è stato dimostrato come la bile sia importante per la replicazione dei virus intestinali umani».