Dietrofront: nessun rischio per la salute dal bisfenolo A
Il nuovo completo rapporto dell’EFSA afferma che, ai livelli attuali, non vi sarebbe alcun rischio per la salute dei consumatori dall’esposizione al BPA, o Bisfenolo A. È davvero così?
PARMA – L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha appena pubblicato una nuova, completa valutazione sull’esposizione da parte dei consumatori al bisfenolo A (BPA) e sulla tossicità della sostanza, nota per essere sospetta di perturbare il sistema endocrino. L’EFSA ha concluso che il BPA non rappresenta un rischio per la salute agli attuali livelli di esposizione.
DOSI CONSENTITE – A detta degli esperti dell’EFSA l’esposizione al BPA da parte della popolazione di tutte le età – compresi feti, neonati e adolescenti – sarebbe inferiore da 3 a 5 volte alla nuova dose giornaliera tollerabile (o DGT), che è stata abbassata da 5 a 4 microgrammi per chilo di peso corporeo al giorno (4 µg/kg di pc/giorno). Il livello di esposizione è stato valutato sia attraverso la dieta che l’insieme delle varie fonti come polvere, cosmetici e carta termica.
POTENZIALI EFFETTI DANNOSI – Nel calcolo della DGT, riporta il dossier, sono state quantificate e tenute in considerazione le incertezze scientifiche riguardanti i potenziali effetti dannosi del BPA a carico della ghiandola mammaria e dei sistemi riproduttivo, metabolico, neurocomportamentale e immunitario. È tuttavia da tenere presente che la DGT è stata calcolata in via provvisoria, in attesa dell’esito di uno studio di lungo termine sui ratti che dovrebbe contribuire a ridurre tali incertezze.
DOVE E COME – l’Autorità ricorda che il Bisfenolo A è un composto chimico usato nella produzione di materiali per alimenti riutilizzabili come la plastica per stoviglie e i rivestimenti interni di alcune lattine. Questa sostanza è inoltre utilizzata per la carta termica, tipica di scontrini e ricevute fiscali. I residui di BPA possono tuttavia migrare negli alimenti e nelle bevande ed essere ingeriti. Quello invece presente da altre fonti come la carta termica, i cosmetici e la polvere, può essere assorbito attraverso la pelle e per inalazione.
IN CONCLUSIONE – «Il nostro gruppo ha deciso di procedere a una nuova valutazione della sicurezza del BPA alla luce del massiccio volume di nuovi studi di ricerca apparsi negli ultimi anni – spiega la dott.ssa Trine Husøy, membro del gruppo di esperti scientifici dell’EFSA che si occupa di materiali a contatto con gli alimenti (gruppo CEF) nonché presidentessa del gruppo di lavoro sul BPA – Al momento gli effetti sui sistemi riproduttivo, nervoso, immunitario, metabolico e cardiovascolare, oltre che il potenziale cancerogeno, non sono considerati probabili, ma le prove disponibili non permettono di escluderli. Pertanto tali effetti rientrano tra le aree di incertezza riguardo ai pericoli collegati al BPA e quindi se ne è tenuto conto nella valutazione». In definitiva, il BPA fa male? Sì, no, forse… Al solito, per averne davvero certezza, dovremo aspettare i risultati di uno studio più approfondito. Nel dubbio, però, è meglio evitare di venirne a contatto.