19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Polemiche dopo la decisione della Corte di Strasburgo

Balduzzi insiste: La Sentenza sulla fecondazione mi preoccupa

Il Ministro della Salute a Radio Vaticana: Diventa molto importante capire, rispetto al rapporto con la giurisdizione del Consiglio d'Europa e quindi anche con il dialogo tra le diverse corti- oltre che tra i sistemi giuridici- una parola più certa, più chiara

ROMA - «Ribadisco che personalmente mi sto orientando a proporre al Consiglio dei ministri di ricorrere nei confronti di questa decisione». Perchè «il bilanciamento che il nostro ordinamento fa tra la soggettività giuridica dell'embrione, la tutela della salute della madre e di altri valori, principi e interessi coinvolti, è un bilanciamento che nel nostro sistema, nonostante su di esso ci sia stato anche un grande dibattito, nelle sue linee di fondo è stato considerato anche dalla giurisprudenza e dalla corte costituzionale, un bilanciamento rispettoso dei valori costituzionali coinvolti».

Il ministro per la Salute Renato Balduzzi, ospite a Radio Vaticana, tira dritto sulla richiesta di ricorso del Governo Italiano alla Grande Chambre contro la sentenza della Corte di Giustizia europea di Strasburgo che ha bocciato le norme italiane della legge 40 sulla diagnosi preimpianto nella fecondazione assistita.

«Diventa molto importante capire, rispetto al rapporto con la giurisdizione del Consiglio d'Europa e quindi anche con il dialogo tra le diverse corti- oltre che tra i sistemi giuridici- una parola più certa, più chiara», ha detto Balduzzi.

«Ci sono alcuni passaggi della sentenza - ha sottolineato il ministro della Salute a Radio Vaticana- sui quali si approfondirà, si chiederà un approfondimento. Sono passaggi che possono dare luogo a interpretazioni anche molto preoccupanti. Noi da questo punto di vista abbiamo un sistema costituzionale legislativo che impedisce quelle deviazioni, però vorremmo essere sicuri che questo sistema e il suo equilibrio abbiano un significato non soltanto per noi, all'interno nel nostro ordinamento, ma che lo abbiano riconosciuto anche nel confronto con l'ordinamento del Consiglio d'Europa».

«Questo - ha proseguito Balduzzi - diventa evidentemente importante nella misura in cui alcune delle preoccupazioni espresse nella sentenza della Corte europea erano già emerse a livello di giurisprudenza di merito nel nostro Paese. Però il bilanciamento complessivo che c'è tra la legge 40 e la legge 194, tra il sistema costituzionale e il sistema legislativo italiano nelle sue linee di fondo, finora non era mai stato messo in discussione, se non in ordine a profili particolari della legge 40, dalla Corte costituzionale. Per cui, dal punto di vista del nostro Paese, questo bilanciamento - sia pure sempre perfettibile e sempre anche collegato a materie così delicate dove c'è un'innovazione della metodica, delle tecniche - può essere suscettibile di qualche modificazione ma, nelle linee di fondo, noi a quel bilanciamento ci stavamo attenendo. Dunque, mi sembra di poter dire- da questa prima sommaria delibazione - che l'intendimento è di portare davanti al Consiglio dei ministri la richiesta di ricorso».