Il menù? Hamburger, patatine fritte e pillola anticolesterolo
La proposta dei cardiologi: «Costa poco e riduce i rischi di complicazioni cardiache». La pillola potrebbe essere servita assieme a sale, pepe e ketchu
LONDRA - McDonald's, Burger King e gli altri fast-food potrebbero presto offrire, assieme ad hamburger e patatine fritte, anche pillole anticolesterolo, per ridurre i rischi di complicazioni cardiache. A proporlo è proprio un cardiologo, Darrel Francis, dell'Imperial's National Heart and Lung Institute che - come scrive oggi il Guardian - ha esposto la sua teoria sull'American Journal of Cardiology.
IL RUOLO DELLE STATINE - La pillola potrebbe essere servita assieme a sale, pepe e ketchup, per invogliare gli avventori ad inghiottirne una al termine del pasto. «Le statine non eliminano tutti gli effetti dei burger e del fritto. Sarebbe meglio eliminarli del tutto. Ma in termini di calcolo delle probabilità di avere un infarto, assumere delle statine può ridurre il rischio più o meno allo stesso modo in cui mangiare fast food lo aumenta».
La gente mangia nei fast food pur sapendo di sbagliare. «Ha senso quindi - sostiene Francis replicando ai detrattori della sua proposta - ridurre i rischi. Costerebbe pochi centesimi, non di più di una bustina di ketch-up». Insomma, la stessa cosa che aggiungere il filtro alle sigarette o mettere la cintura di sicurezza.
I RISCHI DEL COLESTEROLO ALTO DA GIOVANI - I giovani che hanno livelli anche lievemente elevati di colesterolo hanno probabilità più alte di sviluppare aterosclerosi coronarica nell'età adulta.
A sostenerlo uno studio, durato 20 anni, condotto dall'University of California di San Francisco (Usa) e pubblicato sull'Annals of Internal Medicine. I risultati indicano che i livelli di colesterolo nel sangue della maggior parte dei giovani adulti tra i 20 e i 30 anni sono associati a danni di arterie e coronarie che si accumulano nel tempo e persistono durante la mezza età.
Lo studio ha seguito 3.258 uomini e donne dai 18 ai 30 anni con misurazioni ripetute di lipoproteine a bassa e ad alta densità (LDL e HDL) e trigliceridi. Il calcio presente nell'arteria coronaria, indicativo della formazione di placche aterosclerotiche, è stato misurato da una TAC quando i partecipanti avevano circa 45 anni.
Dallo studio è emerso che anche i giovani che avevano livelli di colesterolo lievemente più alti della media avevano un più alto rischio cardiovascolare: «Di solito non ci si preoccupa troppo del rischio di malattie cardiache fino a quando non si arriva alla mezza età - spiega Marco Pletcher, docente di Epidemiologia e Biostatistica all'UCSF e principale autore dello studio -. Tuttavia, i nostri dati dimostrano che la giovinezza è un momento importante perché il danno permanente inizia ad accumularsi già a questa età».
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