24 aprile 2024
Aggiornato 05:30
I numeri diffusi in occasione della giornata mondiale sul tema

Salute: ogni anno 300mila persone si fratturano per l'osteoporosi

L'82% è donna. Nove su 10 in fase menopausa teme frattura. Spesso la malattia è sotto diagnosticata e sotto trattata

ROMA - Circa 300mila persone in Italia ogni anno si fratturano a causa dell'osteoporosi, patologia delle ossa che colpisce soprattutto le donne, vittime di fratture nell'82% dei casi. A livello mondiale, una donna ultra 50enne su tre e un uomo su cinque vanno incontro a fratture osteoporotiche. Spesso la malattia è sotto diagnosticata e sotto trattata, esponendo chi ne soffre a ulteriori rischi.

In Italia, nove donne su dieci affette da osteoporosi post menopausale vivono con il terrore di incorrere in una frattura, secondo i dati di un sondaggio internazionale, in 13 Paesi (Europa e Australia), che ha coinvolto medici e pazienti, curato dalla Fondazione internazionale per l'osteoporosi (Iof) e, per l'Italia, dalla Fondazione italiana per la ricerca sulle malattie dell'osso (Firmo) e il patrocinio di Onda, osservatorio nazionale sulla salute della donna.

I numeri, diffusi in occasione della giornata mondiale sul tema, dicono che l'84% delle pazienti teme che non si potrà continuare ad essere attivi come si vorrebbe; percentuale più bassa per i medici che hanno risposto con un 45%. Significativa la percentuale di donne (il 64%) che crede, in maniera errata, che l'osteoporosi faccia parte «dell'invecchiare». Una paziente su tre non è in grado di identificare i fattori di rischio Il 90% delle intervistate conferma di essere stata informata dal proprio medico sull'importanza dell'aderenza al trattamento contro la patologia, ma una paziente su quattro (25%) ammette di aver interrotto il trattamento da circa sei mesi.

«L'osteoporosi - dice il presidente di Firmo, Maria Luisa Brandi - è una realtà che le donne italiane conoscono e che oggi sta trovando risposta concreta da parte del governo». Secondo la fondazione internazionale per l'osteoporosi, le attuali strategie per l'educazione dei pazienti e per la gestione della malattia «non forniscono in maniera adeguata le informazioni e il supporto di cui hanno bisogno le persone malate». L'Iof, per questo, ha lanciato un programma di networking, «Osteolink», basato sul territorio e che punta a sviluppare reti di comunicazione paziente-medico, destinate a migliorare la comprensione e gli esiti della terapia.