19 aprile 2024
Aggiornato 05:30

Rischio obesità nei bambini se le mamme in attesa si mettono a dieta

I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista della Federation of American Societies of Experimental Biology

Alcuni ricercatori dell'università di Nottingham nel Regno Unito hanno scoperto che i bambini le cui madri avevano seguito delle diete troppo rigide durante la gravidanza potrebbero essere a rischio di problemi di salute durante la loro vita. I risultati sono parte del progetto EARNEST («Progetto per la programmazione dell'alimentazione nell'infanzia«), finanziato nell'ambito della Priorità «Qualità e sicurezza alimentare» del Sesto programma quadro (6° PQ) con ben 13,4 Mio EUR. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista della Federation of American Societies of Experimental Biology.

I ricercatori hanno scoperto che questi bambini vanno incontro ad un maggiore rischio di obesità e che subiscono gli effetti negativi dell'obesità più precocemente. I loro risultati sono basati su uno studio condotto su agnelli le cui madri erano state sottoposte ad una rigida dieta durante la gravidanza e cui era stato poi permesso di aumentare di peso. Gli agnelli avevano una minore capacità di accumulare grasso rispetto agli agnelli grassi le cui madri non avevano seguito una dieta rigida. Secondo i ricercatori, gli agnelli con una ridotta capacità di accumulare il grasso lo depositano in altri organi, tra cui il cuore.

«Le pecore sono ottimi [animali] su cui studiare questi effetti perché hanno un periodo di gestazione simile a quello degli umani e gli agnelli, alla nascita, si trovano ad un livello di sviluppo simile a quello degli umani,» ha spiegato il professor Mike Symonds dell'Università di Nottingham.

Il metodo usato per aiutare gli agnelli ad aumentare di peso era paragonabile al modo in cui i bambini di solito aumentano eccessivamente di peso: «mangiare molto e fare poco esercizio». Il primo effetto negativo dell'obesità per gli agnelli è stato un aumento della resistenza all'insulina, una condizione in cui quantità normali di insulina non sono sufficienti a produrre una risposta normale da parte delle cellule di grasso, muscoli e fegato.

L'insulina è un ormone che regola l'accumulo di glicogeno (zucchero invertito) nel fegato e accelera l'ossidazione delle cellule di zucchero. L'efficienza di questa regolazione è minore in individui che presentano una resistenza all'insulina.

I risultati hanno mostrato che la resistenza all'insulina, uno dei sintomi della sindrome metabolica, può portare ad un deterioramento nella salute degli agnelli le cui madri seguono un programma nutrizionale limitato rispetto agli agnelli le cui madri non seguono tale programma.

I risultati dello studio ci danno un'idea di quello che potrebbe succedere negli esseri umani. Secondo i ricercatori, gli adolescenti in sovrappeso hanno maggiori probabilità di sviluppare la sindrome metabolica rispetto ai loro coetanei di peso normale. Gli adolescenti che potrebbero essere sovrappeso a causa della decisione delle loro madri di seguire una dieta durante la gravidanza potrebbero andare incontro a maggiori problemi rispetto agli adolescenti che sono sovrappeso per altri motivi.

«Queste scoperte sottolineano il bisogno di mantenere un'alimentazione ottimale durante la gravidanza e indicano i potenziali pericoli di diete troppo rigide in questo periodo,» ha aggiunto il professor Symonds.

Da parte sua, la professoressa Lucilla Poston del King's College di Londra (partner del progetto EARNEST) ha detto: «Questo interessante studio sottolinea quanto sia importante che le madri in attesa siano consapevoli che è necessario seguire un'alimentazione sensata durante la gravidanza.» La loro intenzione di dimagrire limitando eccessivamente il cibo durante la gravidanza potrebbe rivelarsi controproducente. «Sarebbe molto meglio pensare di dimagrire un po' prima di pianificare una gravidanza e poi cercare di non ingrassare troppo dopo la gravidanza,» ha aggiunto.

Il consorzio EARNEST, coordinato dall'Università di Monaco in Germania, è rappresentato da un team multidisciplinare di scienziati provenienti da 38 istituti in 16 paesi europei tra cui l'Istituto di fisiologia nella Repubblica ceca, l'università di Pecs in Ungheria, l'Istituto di salute pubblica in Norvegia, il Centro nazionale di ricerca scientifica (CNRS) francese, NUMICO in Germania, Biovitrum in Svezia e Ashwell Associates nel Regno Unito.

Per maggiori informazioni, visitare:

University of Nottingham
http://www.nottingham.ac.uk/

EARNEST
http://www.metabolic-programming.org/index.htm

Journal of the Federation of American Societies of Experimental Biology
http://www.faseb.org/