28 marzo 2024
Aggiornato 09:00

Diabete + aritmia cardiaca = maggiore rischio di patologie cardiache

Gli scienziati hanno esaminato 11.140 pazienti con diabete di tipo 2

Una nuova ricerca mostra che i diabetici che hanno una fibrillazione atriale (aritmia cardiaca) hanno maggiori rischi di sviluppare altri problemi cardiaci e di morte. I risultati dello studio ADVANCE[2], condotto da un gruppo internazionale di scienziati, sono stati recentemente pubblicati sull'European Heart Journal.

Gli scienziati hanno esaminato 11.140 pazienti con diabete di tipo 2. Confrontando gli individui che all'inizio dello studio avevano una fibrillazione atriale (FA) con i pazienti diabetici che non avevano la fibrillazione atriale, il team ha scoperto che i primi avevano il 61% in più di rischio di morire di qualunque causa, il 68% in più di rischio di sviluppare un collasso cardiaco o altri problemi cerebrovascolari e il 77% in più di rischio di morire di problemi cardiovascolari come l'ictus.

Gli scienziati hanno però anche scoperto che se i pazienti diabetici con FA venivano sottoposti a cure più aggressive correvano un rischio minore di morire o di sviluppare una di queste complicazioni. Per lo studio ADVANCE[2], ai pazienti è stato somministrato un insieme di farmaci contro l'ipertensione come l'indapamide. La stessa cura è stata somministrata ai pazienti diabetici senza FA ed è stato registrato un minore rischio di mortalità o di sviluppare complicazioni.

«Una cura attiva ha prodotto simili benefici relativi in pazienti con e senza FA,» ha spiegato la professoressa Anushka Patel, direttrice del Reparto malattie cardiovascolari presso il George Institute for International Health dell'università di Sydney in Australia. «Comunque, a causa del rischio più alto all'inizio dello studio, il beneficio assoluto della cura attiva è stato maggiore nei pazienti affetti da FA rispetto agli altri. Secondo le nostre stime, 5 anni di cura attiva potrebbero prevenire 1 morte ogni 42 pazienti affetti da FA e 1 morte ogni 120 pazienti non affetti da FA.»

La professoressa Patel, che ha diretto lo studio, ha sottolineato che diversi fattori, come l'età e altri problemi di salute, influenzano la prevalenza della FA. «Essa varia tra il 4% in situazioni di cure primarie e il 15% nei pazienti ricoverati in ospedale,» ha detto. «Nel nostro studio, 847 (7,6%) degli 11.140 pazienti avevano la FA all'inizio e altri 352 pazienti hanno sviluppato la FA nel corso di, in media, 4,3 anni.» In questo gruppo, la prevalenza generale raggiungeva l'11%. Studi precedenti hanno mostrato che la prevalenza della FA nei diabetici è il doppio rispetto ai non-diabetici.

Secondo la professoressa Patel, il numero di pazienti diabetici raggiungerà i 380 milioni entro il 2025. «Potremmo aspettarci che circa 40 milioni di loro avranno anche la FA,» ha spiegato, aggiungendo: «I risultati dello studio hanno implicazioni dirette per un gran numero di individui in tutto il mondo.»

Gli scienziati hanno anche scoperto un forte legame tra la FA e i casi di morte dovuti a malattie cardiovascolari nelle donne rispetto agli uomini. Le donne affette da FA avevano il doppio di probabilità di morire rispetto alle donne non affette da FA, mentre gli uomini affetti da FA avevano il 50% in più di probabilità di morire rispetto agli uomini non affetti da FA. Gli studi hanno mostrato che le donne sane hanno un minore rischio di morte causata da malattie cardiache rispetto agli uomini della stessa età.

La FA viene diagnosticata spesso nei diabetici? Secondo la professoressa Patel, no. «Questa analisi sottolinea l'importanza di esaminare attivamente i pazienti diabetici per rilevare la presenza di FA, per identificare coloro che hanno un rischio particolarmente alto di problemi cardiovascolari,» ha detto la direttrice dello studio. «La somministrazione di routine di cure contro l'ipertensione e un uso maggiore di agenti antipiastrinici o anticoagulanti e di statine potrebbe ridurre l'incidenza di un'ampia serie di conseguenze negative in questi pazienti.»

Gli scienziati pensano che quest'ultima ricerca avrà implicazioni significative per la gestione dei diabetici e per la politica in questo campo.