La vitamina D contro la sclerosi multipla
A causa della scarsa o mancata esposizione al sole le popolazioni che vivono nelle regioni nordiche sono maggiormente esposte al rischio di sviluppare la sclerosi multipla
Un’adeguata concentrazione di vitamina D nell’organismo della gestante e del bambino nei primi anni di vita può tenere sotto controllo il gene all’origine della sclerosi multipla. È quanto emerge da uno studio condotto da un gruppo di scienziati canadesi e inglesi.
A causa della scarsa o mancata esposizione al sole le popolazioni che vivono nelle regioni nordiche sono maggiormente esposte al rischio di sviluppare la sclerosi multipla. Nello studio anglo-canadese sono state sottolineate anche le possibili origini genetiche, che han fatto valutare il rischio di sviluppare la malattia attorno a 1 su 300, contro l’1 su 1000 quando non si considerano le cause genetiche.
Analizzando il sistema di regolazione del gene, i ricercatori hanno scoperto che le proteine attivate dalla vitamina D si legano a una sequenza di Dna contigua al gene, alterandone la funzione.
Si comprende così come la mancanza di vitamina D nelle persone che presentano una modificazione del gene possa alterare le funzioni del timo e la produzione di anticorpi diretti contro virus e batteri. La funzionalità del timo compromessa facilita il diffondersi di cellule T nocive che portano a una perdita di mielina sulle fibre nervose.
Secondo Sreeram Ramagopalan, coordinatore della ricerca, «lo studio implica che l’assunzione di supplementi di vitamina D durante la gravidanza e nei primi anni di vita può ridurre il rischio di sviluppare la sclerosi multipla negli anni futuri». In Italia si registrano oltre 54mila casi di questa malattia.
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