18 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Le infiammazioni dei polmoni causate da influenza e altre infezioni saranno solo un ricordo?

Secondo i ricercatori le infiammazioni dei polmoni si possono «spegnere»

I risultati dello studio sono stati pubblicati recentemente nella rivista Nature Immunology

È possibile che le infiammazioni dei polmoni causate da influenza e altre infezioni diventino solo un ricordo? Gli ultimi sviluppi in quest'area di ricerca sembrano andare in questa direzione. Potrebbero essere in vista trattamenti capaci di calmare l'infiammazione, grazie alla scoperta fatta da un team di ricercatori presso l'Imperial College di Londra, nel Regno Unito. I risultati dello studio sono stati pubblicati recentemente nella rivista Nature Immunology.

La ricerca ha mostrato che i sintomi dell'influenza vengono aggravati non dal virus in sé, ma dal modo in cui il sistema immunitario reagisce al virus. Mentre il virus ha la capacità di lasciare l'organismo con la stessa velocità con cui vi si è stabilito, i sintomi dell'agente possono invece rimanere nell'organismo per giorni, spingendo effettivamente il sistema immunitario a cercare di eliminare il virus dai polmoni.

Ovviamente il potere distruttivo del sistema immunitario è un fattore cruciale nella lotta contro qualsiasi virus, ma i problemi sorgono quando il sistema immunitario esagera e causa di un danno maggiore all'organismo. Nel caso dell'influenza, nel lasso di tempo necessario affinché il sistema immunitario faccia la sua magia, i polmoni vanno incontro a infiammazione, bloccando così le vie respiratorie e causando difficoltà a respirare.

Questo ultimo studio ha mostrato che i cosiddetti recettori «CD200R», insieme alla molecola CD200, assicurano la normale attività delle cellule immunitarie nei polmoni. I polmoni contengono alti livelli di CD200R, che possono limitare con successo la risposta del sistema immunitario e bloccare l'infiammazione dopo che si è verificata. I risultati hanno mostrato che non solo l'influenza rende le molecole CD200 inefficaci, ma che il CD200R non riesce a fermare la reazione esagerata del sistema immunitario. Il risultato: infiammazione dei polmoni.

Per la sua ricerca, il team ha dato a topi infettati da influenza una imitazione della CD200, o un anticorpo che stimolasse il CD200R. Il loro scopo era di vedere se questi avrebbero permesso al CD200R di tenere il sistema immunitario sotto controllo e ridurre l'infiammazione, hanno detto.

I risultati hanno mostrato che i topi che hanno ricevuto il trattamento hanno perso meno peso rispetto ai topi di controllo e avevano una minore infiammazione delle vie respiratorie e dei tessuti polmonari. Il team ha osservato che i polmoni erano stati liberati dall'influenza nel giro di una settimana, mentre l'abilità del sistema immunitario di combattere l'influenza sembrava essere inalterata.

I ricercatori sperano che questi risultati stimoleranno lo sviluppo di una terapia che può funzionare con il CD200R e disattivare il sistema immunitario nel momento giusto. Questo trattamento può far recedere i sintomi e contribuire a fermare la reazione esagerata del sistema immunitario.

«Il sistema immunitario è molto sofisticato e per lo più fa un eccellente lavoro per combattere le infezioni, ma ha la capacità di causare un sacco di danni quando esagera,» ha detto il professor Tracy Hussell del National Heart and Lung Institute dell'Imperial College di Londra e autore principale di questo studio. «La nostra nuova ricerca è ancora in fase iniziale, ma questi risultati suggeriscono che potrebbe essere possibile evitare che il sistema immunitario reagisca in maniera esagerata, e limitare il danno inutile che ciò può provocare.»

Lo studio è stato sostenuto dall'Unione Europea, il Consiglio per la ricerca medica con sede nel Regno Unito, il Wellcome Trust e gli Istituti nazionali della sanità statunitensi.