1 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Mare

Rifiuti, litorale laziale invaso da filtri per il caffè

Le capsule sono state ritrovate sulle spiagge nei giorni scorsi. Associazioni ambientaliste chiedono di rintracciare i responsabili

I filtri di plastica delle capsule per caffè sono stati ritrovati sulle spiagge laziali
I filtri di plastica delle capsule per caffè sono stati ritrovati sulle spiagge laziali Foto: ANSA

ROMA – Filtri di plastica che assomigliano a cialde per il caffè: è questo lo strano ritrovamento che ha invaso gli arenili del Lazio. «Una situazione incredibile – dichiara l'associazione ambientalista Fare Verde – migliaia di questi filtri, trasportati dalle onde del mare, sono finiti sulle spiagge del Lazio. Il fenomeno è molto esteso e ci arrivano segnalazioni da tutto il litorale laziale ma anche dall'Argentario e dalla Campania. Questo ennesimo inquinamento del mare e delle spiagge ripropone drammaticamente le condizioni in cui versano gli arenili laziali e italiani, continuamente aggrediti dai rifiuti e dall'erosione marina».

Gli oggetti ritrovati
I dischetti ritrovati, dunque, sembrano assomigliare alle cialde per il caffè, ma in realtà dovrebbero essere dei filtri in plastica. Hanno forma rotonda, sono forati, hanno un diametro di quattro centimetri e mezzo e sono spessi due millimetri. «Il mare – fanno sapere da Fare Verde – ha riversato sugli arenili del Lazio questo materiale e il fenomeno ha interessato in particolare Torvaianica e Anzio, ma anche il litorale di Tarquinia, in provincia di Viterbo». Dal 1992, con la manifestazione 'Il mare d'inverno' che si svolge ogni ultima domenica di gennaio, Fare Verde denuncia il pessimo stato di salute delle coste italiane: «I responsabili di questo ultimo scempio, con migliaia di filtri riversati sugli arenili tirrenici, vanno individuati e duramente sanzionati».

Microplastiche e microfibre non solo nei mari
La situazione di grave emergenza che riguarda i materiali presenti nelle acque, non solo del mare, è stata confermata dal recente studio diffuso da Orb Media e ripreso dall’associazione ambientalista Marevivo. Secondo i dati della ricerca dell'università statale di New York in Fredonia, i livelli di fibre di plastica nelle marche di acqua in bottiglia analizzate potrebbero essere il doppio di quelli che si trovano nell'acqua di rubinetto, ma purtroppo tracce di microfibre si trovano anche in quest'ultima. Tra i tipi di plastica ritrovati ci sarebbe il polipropilene (54%), lo stesso materiale con cui si realizzano i tappi, nylon (16% e il polystyrene (11%), anche se l'origine di queste microplastiche rimane sconosciuta. «Dobbiamo essere piu' sostenibili, riducendo l'uso della plastica, soprattutto quella "usa e getta", preferire materiali eco friendly per i nostri vestiti e investire nella ricerca di tessuti naturali – ha commentato Rosalba Giugni – È necessario, pero', anche migliorare il sistema di filtraggio dei depuratori delle acque reflue in modo da trattenere queste minuscole particelle».