Luca Palamara: «Posso candidarmi, certificato penale è bianco»
L'ex Presidente dell'ANM radiato dalla Magistratura per l'inchiesta su scandali e complotti: «Imputati ce ne sono in tutte le liste. Perchè solo io dovrei essere escluso?»
«Oggi ho ritirato il certificato del casellario giudiziale e c'è scritto «nulla». Questa è la mia risposta a chi mi sta inserendo negli elenchi degli impresentabili sui giornali e poi fa scrivere magistrati sottoposti a procedimento penale come Piercamillo Davigo. In tutte le liste ci sono degli imputati, anche perché ormai tutti i partiti si professano garantisti, ma l'unico per cui non vale questo principio rischio di essere io sebbene non abbia neppure una condanna in primo grado». Lo dice intervistato dalla Verità Luca Palamara, ex presidente Anm e consigliere Csm radiato dalla magistratura per l'inchiesta su scandali e complotti sulle carriere delle toghe per cui è imputato a Perugia, in corsa per una candidatura con il centrodestra.
Palamara, sottolinea fra l'altro, come diversi siano gli ex magistrati al debutto nella corsa al Parlamento: da Federico Cafiero de Raho e Roberto Scarpinato con i Cinque Stelle a Carlo Nordio con Fratelli d'Italia.
«Sono contento - dice Palamara a propoisito di Cafiero de Raho - che persino tra i 5 stelle finalmente abbiano compreso il bluff di quelle conversazioni che evidentemente non intralciano più le carriere, dopo che al Csm sono state utilizzate solo per colpire alcuni», ricordando che l'ex capo della Pna lo attese per due ore con la scorta in piazza Esedra perchè «era in ballo un incarico a presidente di sezione al Tribunale di Napoli per cui era in corsa la moglie». E che in una cena parlò con lui del ruolo di Nino Di Matteo dentro alla Dna. «In quel momento - racconta- Di Matteo era considerato ingombrante perché poteva oscurare il ruolo di De Raho. Non voglio pensare che i grillini abbiano rinnegato con questa candidatura Di Matteo, nei confronti del quale, a iniziare da me, c'è stato un pregiudizio che lui, con il suo ottimo lavoro al Csm, devo ammetterlo, ha smentito».
Quanto a Roberto Scarpinato, «mi farebbe piacere - afferma Palamara- che chiarisse la storia della documentazione trovata a casa di Antonello Montante al quale all'epoca moltissimi magistrati, compreso lui, si rivolgevano per fare carriera».
Infine, Carlo Nordio, «è sempre stato attaccato dalla sinistra giudiziaria, ma è uno di quei magistrati che oggi devo riconoscere più di tanti altri titolato a parlare non avendo mai fatto parte del sistema di spartizione correntizia e non ha mai fatto il questuante per questa o quella nomina».