19 marzo 2024
Aggiornato 04:30
Dopo la cabina di regia

Caro bollette, salta il contributo di solidarietà dai redditi più alti: non c'è accordo nel Governo

La proposta del Presidente del Consiglio Mario Draghi trova il no di Forza Italia, Italia Viva e Lega. Poi spuntano 300 milioni dal bilancio senza gravare sui contribuenti

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi Foto: Filippo Attili ANSA

La proposta di un contributo di solidarietà per ridurre i costi delle bollette, avanzata stamani dal presidente del Consiglio Mario Draghi, ha spaccato il governo e alla fine è saltata. Le risorse, poi, sono arrivate, ma dalle pieghe del bilancio dello stato. E' questo il risultato di una lunga giornata, iniziata alle 9.30 con la cabina di regia di governo, in vista del Consiglio dei Ministri che doveva dare il via libera (cosa che è avvenuta all'unanimità) al ddl contro la violenza sulle donne ed esaminare il taglio delle tasse e l'uso del cosiddetto «tesoretto» da 2 miliardi presenti nella manovra.

Ieri Draghi aveva incontrato i sindacati, prospettando il piano per l'utilizzo dei due miliardi: 1,5 per il taglio delle tasse, 500 per ridurre il costo delle bollette. Stamani, però, nell'incontro con capi delegazione e responsabili economici dei partiti, il premier ha avanzato una nuova idea: annullare gli effetti del taglio dell'Irpef per i redditi sopra i 75 mila euro, come «contributo di solidarietà» da cui sarebbero derivati altri 248 milioni di euro da utilizzare per abbattere i rincari di luce e gas. Una proposta che ha trovato subito il sì di Pd, Leu e M5s ma il «muro» di Forza Italia, Lega e Iv. Con queste posizioni, mentre sulle agenzie si rincorrevano le dichiarazioni di «pro» e «contro», si è arrivati in Consiglio dei ministri. Draghi ha cercato di mediare nella discussione (talora tesa) tra i ministri, ma alla fine non ha potuto far altro che prendere atto che sulla sua proposta non c'era accordo.

Poi, grazie anche a una mezz'ora di sospensione della seduta, è arrivata la soluzione che ha messo d'accordo un po' tutti. Il contributo di solidarietà è stato 'cassato', ma i tecnici del Mef hanno individuato una strada alternativa: dalle pieghe del bilancio dello Stato, tra risparmi e fondi non interamente spesi, sarà possibile reperire fino a 300 milioni di euro, per intervenire sulle bollette senza gravare sui contribuenti. Considerando i 500 milioni di euro del «tesoretto», quindi, lo stanziamento totale per questo capitolo sarà di 800 milioni.

Restano immutati, nella manovra, il taglio strutturale di 7 miliardi di Irpef e 1 miliardo di Irap a partire dal 2022, mentre il miliardo e mezzo del tesoretto andrà, per il 2022, alla decontribuzione per i dipendenti sotto i 35mila euro di reddito.

Soddisfazione per la mancata approvazione del contributo di solidarietà viene da Iv, che ribadisce che «non è il momento di prendere i soldi ai cittadini, ma di darli» e dalla Lega, che giudica positivo il reperimento dei 300 milioni «senza toccare patrimoni, risparmi e lavoro». Mentre la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini smentisce «divisioni», definendo quella trovata «una soluzione nell'interesse di tutti».

(con fonte Askanews)