Giorgia Meloni: «Non accetto lezioni sulla vicenda americana»
La leader di Fratelli d’Italia, in una lettera al Corriere della Sera, spiega in sei punti perché condanna la violenza ma al presidente eletto degli Usa Joe Biden, continua a preferire Donald Trump

«Negli Stati Uniti sono accaduti, in queste ore, eventi clamorosi e gravissimi, culminati in una surreale irruzione nella sede del Congresso americano che ha causato diversi morti. Un quadro scioccante. Eppure per molti, in Italia, sembra tutto semplice. La tesi sostenuta, in sostanza, è: negli Usa c'era un dittatore pazzo che è stato sconfitto, ora ha vinto il bene sul male ma Giorgia Meloni non ha preso sufficientemente le distanze dal mostro Trump. A volte invidio chi ragiona in modo così banale, se non altro perché a fine giornata non rischia l'emicrania per aver fatto lavorare il cervello. Rispondo per punti alle stupidaggini che ho letto sul mio conto». Lo afferma, in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera, la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni che risponde alle critiche ricevute in questi giorni per la sua posizione sull'assalto a Capitol Hill.
«Non faccio parte in alcun modo - sostiene - dei 'condannatori di violenza un tanto al chilo', quelli per i quali la violenza è giustificata se è di sinistra ed è uno scandalo se arriva da chi è contro la sinistra. Non ho mai avuto timidezza nel condannarla - sottolinea Meloni -, perché la violenza è violenza, ed è sempre una implicita ammissione di inferiorità. È stato così anche stavolta, come le tante altre nelle quali ho denunciato violenze su cui quelli che oggi pontificano tacevano colpevolmente. Davvero sono sfuggite le recenti immagini delle devastazioni prodotte dai Black Lives Matter? E se si considera legittimo che possa pagare con la vita chi assalta le istituzioni- come accaduto a Washington - perché a chi si scagliava con un estintore contro le nostre forze dell'ordine sono state dedicate aule del Parlamento italiano? Non c'è una violenza giusta e una sbagliata, come una sinistra disperata ormai teorizza, e finché su questo non sentirò parole chiare, non accetto lezioni».
«Non mi sono mai definita trumpiana, blairiana, putiniana, macroniana o merkeliana. Non ho mai fatto la cheerleader di nessuno. No, questo lo hanno fatto altri in Italia», sottolinea. «Certo, da presidente dei conservatori europei, partito che ha tra i propri affiliati anche i Repubblicani, mi sento vicina alla loro visione politica e non ho fatto mistero di preferire Trump rispetto alla Clinton o a Biden», conclude.
FdI: «Twitter-Facebook potenze totalitarie come Cina»
«L'oscuramento delle pagine social di Trump, al netto dell'assoluta condanna delle violenze, è un chiaro attacco alla libertà e una violazione della sovranità digitale. Le piattaforme digitali sono la nuova piazza pubblica e la rimozione di contenuti non può essere arbitraria, rappresentando una violazione dei diritti relativi alla libertà d'espressione e d'opinione. Lo denunciammo già nel corso dell'iter parlamentare della commissione sulle fake news, in cui presentammo una proposta per prevedere anche la regolamentazione delle piattaforma digitali. Spesso i social network hanno rimosso arbitrariamente contenuti, anche di carattere giornalistico, senza coinvolgere le opportune sedi giudiziarie od ordinistiche. Soltanto l'autorità pubblica conserva la prerogativa di stabilire la liceità o meno di un contenuto online, e dunque il diritto ad autorizzarne l'eventuale rimozione. Facebook e Twitter sono, ormai, potenze digitali dai tratti totalitari come la Cina comunista: non possiamo pensare che gli «over-the-top» possano essere regolamentati in maniera privatistica, come avviene, e per questo stiamo presentando un manifesto programmatico e una specifica proposta di legge per la sovranità digitale». Così il Responsabile Nazionale Innovazione di Fratelli d'Italia, deputato Federico Mollicone.
«Ci chiediamo come mai Conte e Pisano non abbiano mai subito rimozione di contenuti: forse le piattaforme digitali hanno una linea vera e propria o ci sono conflitti di interesse? Hanno nominato un proprio ex consulente, già legale di Google, al Garante della Privacy. L'incompatibilità delle cariche non può valere solo per i politici ma anche per chi ha operato nel mercato delle piattaforme digitali e poi viene chiamato a ricoprire ruoli apicali in Authority e ministeri: per questo, proporremo l'incompatibilità dei ruoli per almeno 5 anni», conclude.
- 03/01/2021 Presidenziali USA, 11 Senatori Repubblicani vogliono opporsi ai risultati delle Collegio elettorale
- 13/12/2020 USA 2020, lunedì il voto del Collegio elettorale, cosa sapere
- 05/12/2020 La campagna di Donald Trump ha raccolto più denaro dopo le elezioni (per il riconteggio delle schede)
- 18/11/2020 Da Chatterjee a Krebs, il «repulisti» post-elettorale di Trump