29 marzo 2024
Aggiornato 16:30
Governo Conte-bis

Giuseppe Conte, la conferenza di fine anno: «L'evasione un furto ai cittadini onesti»

Il premier elenca le priorità e gli obiettivi per «la maratona» dei prossimi 3 anni: c’è la burocrazia da snellire, il fisco da semplificare, il sud da rilanciare, le infrastrutture da migliorare

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ROMA - Riforma dell'Irpef per abbassare la pressione fiscale soprattutto alla classe media; risultati importanti dalla lotta all'evasione fiscale; debito pubblico elevato ma sostenibile, a patto che ci sia un progetto politico credibile per i mercati; fiducia sull'esito dei dossier relativi all'ex Ilva, alla Popolare di Bari e all'Alitalia. Dopo l'approvazione della legge di bilancio per il 2020 il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, guarda avanti anche sui dossier economici. Per quella che nella conferenza stampa di fine anno ha definito «la maratona di tre anni» che ha davanti a sè il governo, Conte considera tra i prossimi impegni dell'esecutivo la riforma dell'Irpef. Archiviando definitivamente la flat tax, cavallo di battaglia di Matteo Salvini, perche «riteniamo che si debba rispettare il principio della progressività», Conte si sofferma sulla riforma dell'Irpef. «Pensiamo alla semplificazione degli scaglioni - ha spiegato il premier - e ad abbassare la pressione fiscale, rimodulandola soprattutto a favore della classe media». Conte ha escluso che all'ordine del giorno del governo ci siano ipotesi di rimodulazione dell'Iva mentre ha posto l'accento sulla lotta all'evasione fiscale da cui «mi aspetto molto».

Debito sostenibile

Guardando alla situazione dei conti pubblici, il premier ha assicurato che il debito italiano, pur essendo elevato, è sostenibile perchè «i fondamentali dell'economia sono solidi». Va poi considerato che, a diversamente da quanto avviene «nei Paesi dirimpettai» (il pensiero corre alla Francia), il nostro debito «è in gran parte in mano italiana e questo fa molta differenza». Per la sostenibilità del debito, ha poi precisato, gioca un ruolo di primo piano «la credibilità politica. Se l'Italia non avesse un governo credibile, questo sarebbe un grande problema» per la percezione dei mercati. Ma ciò che serve per favorire una crescita più sostenuta è «il rilancio degli investimenti pubblici». In questo caso il problema non sono le risorse messe a disposizione, che ci sono, ma «la scarsa capacità di spesa». Per questo sono necessari interventi «sui centri di spesa, per snellire la burocrazia e per semplificare le regole». La struttura di InvestItalia, presso la presidenza del Consiglio, «affincherà i centri di spesa per velocizzare la loro azione». Il premier ha ribadito il ruolo da protagonista che l'Italia intende giocare in Europa, con proposte sulla garanzia comune sui depositi bancari e per la riforma del patto di stabilità e crescita che dovrebbe essere focalizzato «più sulla crescita».

Capitolo crisi aziendali

Particolare attenzione è stata dedicata dal premier alle crisi aziendali, specificatamente all'ex Ilva, alla Banca popolare di Bari, all'Alitalia. L'intervento dello Stato non deve essere considerato come un ritorno allo statalismo, ma «mirato» per settori particolarmente rilevanti». Con la globalizzazione il campo della competizione si è ampliato, quindi «bisogna misurarsi in modo diverso rispetto al passato. Nazionalizzare o non nazionalizzare? Io - ha sottolineato - preferisco sempre soluzioni di mercato. Ma in uno scenario così complesso, un intervento pubblico mirato, specifico su alcuni presidi in difficoltà, può essere strategico. Valuteremo gli interessi in gioco di volta in volta e lo Stato può intervenire. Questo non significa un ritorno allo statalismo». Sulla situazione dell'Alitalia che si trascina da anni «abbiamo una compagnia in difficoltà ma con asset che fanno gola. Non vogliamo svilirla e regalarla, cerchiamo di ristrutturarla per poi offrirla a soluzioni di mercato». Sull'ok dell'Europa sul prestito ponte Conte si dice fiducioso. «Stiamo interloquendo con la Commissione europea. L'interlocuzione è sempre preventiva e confidiamo di non avere difficoltà».