Giuseppe Conte contro Merkel e Macron: «Sul seggio all’Onu prendono in giro noi e l'Europa»
Di ritorno da Davos, il premier Giuseppe Conte affida ad un colloquio con il Corriere della Sera la spiegazione della scelta di parlare chiaro e forte ad alleati e potenti d'Europa contro il seggio Onu alla Germania anzichè all'Europa
ROMA - «A questo punto i problemi vanno guardati in faccia. Invito i nostri alleati a fare lo stesso. Questa campagna per le Europee sarà la più importante degli ultimi anni.Forse bisogna cominciare a parlare con più franchezza: tutti. E dirci che ormai l'Europa è un po' nuda. La vuota retorica europeista non basta più». E per quanto riguarda l'Italia «il mio governo non vuole uscire dall'euro, non vuole attaccare le istituzioni europee». Mentre «ho chiesto piuttosto che l'Italia non sia lasciata sola» e l'ho detto «perché è l'unico modo per volere bene davvero al nostro continente». Di ritorno da Davos, il premier Giuseppe Conte affida ad un colloquio con il Corriere della Sera la spiegazione della scelta di parlare chiaro e forte ad alleati e potenti d'Europa contro il seggio Onu alla Germania anzichè all'Europa e a favore dell' «Europa del popolo, con il popolo e per il popolo» che ha voluto rendere pubblica e ufficiale.
La retorica europeista
«Non accetto l'idea - afferma il Premier - che avendo il sessanta per cento dei consensi tra le italiane e gli italiani, dobbiamo fare i parenti poveri. Nessun governo in Europa ha un gradimento come il nostro». Che denuncia «una retorica europeista che nasconde il perseguimento di interessi nazionali», a partire dal seggio Onu alla Germania. «La verità è che abbiamo colto Germania e Francia con le dita nella marmellata».
Il seggio all'ONU
«È dall'inizio degli anni Novanta del secolo scorso - ricorda Conte - che abbiamo aderito all'idea di attribuire un seggio all'Unione Europea, e non a uno degli Stati membri. E invece, qualche giorno fa ci siamo ritrovati con la firma del trattato di Aquisgrana tra Berlino e Parigi. Il seggio permanente alla Germania, in quel Trattato, è indicato come una priorità: un impegno giuridico, e un obiettivo di politica estera che emargina l'Europa. Ma come - contesta il Premier - non si era detto sempre di darlo all'Europa? Ma allora ci state prendendo in giro. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu risponde a un'architettura per la quale i posti con diritto di veto andavano ai vincitori della Seconda guerra mondiale. La Germania la guerra mondiale l'ha vinta o l'ha persa?»
Non sottoscriveremo decisioni prese solo dagli altri
«Certo - aggiunge il presidente del Consiglio - i nostri alleati non possono pensare che ce ne stiamo seduti a tavola in silenzio, a sottoscrivere decisioni prese dagli altri: perché devo partecipare a un vertice se hanno già fatto tutto? Mesi fa, a giugno, quando alla fine di un summit europeo mi comunicarono che una mediazione era stata raggiunta, li tenni bloccati per ore. E spiegai al presidente francese Macron e alla cancelliera Merkel che se non era raggiunta in mia presenza, la mediazione per me non valeva».
Il caso Fincantieri
E alzare la voce Conte continuerà a farlo in Europa e con i Paesi, Francia in testa, che intendono far prevalere i loro interessi nazionali in danno dei nostri pur accreditandosi come anfitrioni dell'integrazione europea: Fincantieri docet, a giudizio del premier. «Vi pare normale che mentre tutti si consolidano e noi siamo invasi da aziende straniere, una volta che Fincantieri si muove interviene l'antitrust francese per cercare di bloccare l'operazione? Queste cose dobbiamo dirle, e a voce alta. Se non interveniamo, avremo una responsabilità storica per avere taciuto».
Il Governo non è isolato in Europa
Detto questo però Conte contesta l'immagine di premier e governo italiano isolato in Europa, convinto semmai del contrario. «Basta vedere la mia foto con la cancelliera Angela Merkel per capire che non è così. A Davos ho avuto tanti di quegli impegni e colloqui che non avevo tempo nemmeno di andare al bagno, tra il presidente del Brasile Jair Bolsonaro e la Merkel. E qualche giorno fa, alla giornata inaugurale di Matera Capitale europea della Cultura 2019, la gente mi ha accolto in modo così caloroso che quasi mi ha strappato i vestiti..».
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