28 marzo 2024
Aggiornato 14:30
La McLaren dell'ex ferrarista ha ancora problemi

Alonso non sa più dove sbattere la testa: «Io sono il più forte, ma il motore è un disastro»

L'incubo di Fernando si è materializzato anche quest'anno: «Ci mancano 30 km/h di velocità su ogni rettilineo. Non abbiamo potenza e nemmeno affidabilità. Ora mi aspetto una reazione immediata da parte della Honda»

Un primo piano di Fernando Alonso nel suo box
Un primo piano di Fernando Alonso nel suo box Foto: McLaren

BARCELLONA – Non sa più a che santo votarsi Fernando Alonso. Dopo aver sbattuto la porta della Ferrari per tornare alla McLaren, il campione asturiano nutriva molte aspettative sul ritorno in Formula 1 della Honda, invece si è presto scontrato con la dura realtà: le prime due stagioni del motorista giapponese sono state molto più complicate di quanto i tecnici si aspettassero. Quest'anno, la McLaren sperava di vedere finalmente la luce in fondo al tunnel, grazie alla completa riprogettazione del propulsore nipponico: invece, appena messe le ruote in pista, il sogno si è trasformato nel solito, tremendo incubo. Una prima settimana di test tormentata dalle rotture e una seconda in cui si sono scoperte carenze importanti anche sul fronte della velocità. E pensare che la gloriosa squadra inglese ha anche costruito una macchina decente: «Il telaio in generale è buono, tutto mi sembra sotto controllo – analizza uno sconsolato Nando – La macchina risponde bene alle modifiche e funziona bene. Sono soddisfatto del bilanciamento, di come posso attaccare le curve, lì non perdiamo molto rispetto ai migliori. Mi diverto a guidare questa vettura, perciò non penso che siamo troppo indietro in termini di telaio. Abbiamo un solo problema: il motore. Non ha affidabilità e non ha potenza. Quando in ogni rettilineo ti mancano 30 km/h, è difficile perfino avere la sensibilità della vettura. Quando arrivi a velocità normale non sai cosa ti succederà. Tutto ciò che posso fare è il mio meglio, andare il più veloce possibile in curva. Ma il vero lavoro che va fatto è risolvere i guai del motore, scatenare la sua potenza massima che non siamo ancora riusciti a utilizzare. Ci manca anche affidabilità: non possiamo percorrere 15, 35 o 43 giri consecutivi, come vorremmo, fermandoci quando vogliamo. Ci dobbiamo sempre fermare quando scatta un allarme sul motore».

Serve una reazione
A far montare la frustrazione dell'ex ferrarista è soprattutto la convinzione che, a 35 anni compiuti, è ancora al massimo della forma e potrebbe sfruttare tutto il suo talento di guida: «Io ho molto tempo, come ho detto mi diverto e mi sto preparando meglio che mai – prosegue – Mi sento davvero forte a guidare quest'anno con queste macchine, anzi, il più forte di tutti. Posso perfino sfruttare il mio stile di guida, i miei movimenti rapidi del volante in ingresso di curva, come facevo ai vecchi tempi. Ma non ho potenza». A frenarlo, dunque, sono solo gli errori della Honda, che lo hanno fatto infuriare a tal punto da spingerlo a chiedere che rotolino delle teste ai piani alti dell'azienda del Sol Levante: «I nostri progressi dipenderanno molto dalle grandi decisioni che devono essere prese al vertice – afferma il due volte campione del mondo – Credo che l'obiettivo principale sia quello di arrivare al primo Gran Premio in Australia nelle migliori condizioni possibili, un obiettivo che non siamo riusciti a raggiungere nei primi sei giorni di test. Ce ne mancano ancora due, uno per pilota, per provare soluzioni fondamentali sulla macchina e cercare di rilasciare i cavalli che abbiamo dentro il motore, per arrivare in Australia con un livello di affidabilità medio-alto che ci permetta di finire la gara con meno problemi possibili, ma anche con la massima potenza disponibile. La seconda priorità è di essere competitivi, di poterci inserire nella battaglia per le prime cinque posizioni, per salire sul podio e vincere delle gare: tutto ciò che sognavamo per quest'anno. Per questo, speriamo che arrivino le grandi decisioni che cambino la situazione. Mi aspetto una decisione incredibile e immediata da parte del team». Il tempo ormai stringe: «Mi rivolgo alla Honda. Mettiamoci insieme, spingiamo insieme, perché credo che abbiamo il potenziale per fare molto meglio di quanto stiamo facendo ora. Non possiamo perdere 30-40 km/h sul dritto. Se hanno un problema, se ci sono differenze tra quello che succede al banco prova e in pista, qualsiasi cosa stia succedendo dobbiamo superarlo insieme e percorrere più giri possibili negli ultimi due giorni di test».