Alonso non sa più dove sbattere la testa: «Io sono il più forte, ma il motore è un disastro»
L'incubo di Fernando si è materializzato anche quest'anno: «Ci mancano 30 km/h di velocità su ogni rettilineo. Non abbiamo potenza e nemmeno affidabilità. Ora mi aspetto una reazione immediata da parte della Honda»
BARCELLONA – Non sa più a che santo votarsi Fernando Alonso. Dopo aver sbattuto la porta della Ferrari per tornare alla McLaren, il campione asturiano nutriva molte aspettative sul ritorno in Formula 1 della Honda, invece si è presto scontrato con la dura realtà: le prime due stagioni del motorista giapponese sono state molto più complicate di quanto i tecnici si aspettassero. Quest'anno, la McLaren sperava di vedere finalmente la luce in fondo al tunnel, grazie alla completa riprogettazione del propulsore nipponico: invece, appena messe le ruote in pista, il sogno si è trasformato nel solito, tremendo incubo. Una prima settimana di test tormentata dalle rotture e una seconda in cui si sono scoperte carenze importanti anche sul fronte della velocità. E pensare che la gloriosa squadra inglese ha anche costruito una macchina decente: «Il telaio in generale è buono, tutto mi sembra sotto controllo – analizza uno sconsolato Nando – La macchina risponde bene alle modifiche e funziona bene. Sono soddisfatto del bilanciamento, di come posso attaccare le curve, lì non perdiamo molto rispetto ai migliori. Mi diverto a guidare questa vettura, perciò non penso che siamo troppo indietro in termini di telaio. Abbiamo un solo problema: il motore. Non ha affidabilità e non ha potenza. Quando in ogni rettilineo ti mancano 30 km/h, è difficile perfino avere la sensibilità della vettura. Quando arrivi a velocità normale non sai cosa ti succederà. Tutto ciò che posso fare è il mio meglio, andare il più veloce possibile in curva. Ma il vero lavoro che va fatto è risolvere i guai del motore, scatenare la sua potenza massima che non siamo ancora riusciti a utilizzare. Ci manca anche affidabilità: non possiamo percorrere 15, 35 o 43 giri consecutivi, come vorremmo, fermandoci quando vogliamo. Ci dobbiamo sempre fermare quando scatta un allarme sul motore».
Serve una reazione
A far montare la frustrazione dell'ex ferrarista è soprattutto la convinzione che, a 35 anni compiuti, è ancora al massimo della forma e potrebbe sfruttare tutto il suo talento di guida: «Io ho molto tempo, come ho detto mi diverto e mi sto preparando meglio che mai – prosegue – Mi sento davvero forte a guidare quest'anno con queste macchine, anzi, il più forte di tutti. Posso perfino sfruttare il mio stile di guida, i miei movimenti rapidi del volante in ingresso di curva, come facevo ai vecchi tempi. Ma non ho potenza». A frenarlo, dunque, sono solo gli errori della Honda, che lo hanno fatto infuriare a tal punto da spingerlo a chiedere che rotolino delle teste ai piani alti dell'azienda del Sol Levante: «I nostri progressi dipenderanno molto dalle grandi decisioni che devono essere prese al vertice – afferma il due volte campione del mondo – Credo che l'obiettivo principale sia quello di arrivare al primo Gran Premio in Australia nelle migliori condizioni possibili, un obiettivo che non siamo riusciti a raggiungere nei primi sei giorni di test. Ce ne mancano ancora due, uno per pilota, per provare soluzioni fondamentali sulla macchina e cercare di rilasciare i cavalli che abbiamo dentro il motore, per arrivare in Australia con un livello di affidabilità medio-alto che ci permetta di finire la gara con meno problemi possibili, ma anche con la massima potenza disponibile. La seconda priorità è di essere competitivi, di poterci inserire nella battaglia per le prime cinque posizioni, per salire sul podio e vincere delle gare: tutto ciò che sognavamo per quest'anno. Per questo, speriamo che arrivino le grandi decisioni che cambino la situazione. Mi aspetto una decisione incredibile e immediata da parte del team». Il tempo ormai stringe: «Mi rivolgo alla Honda. Mettiamoci insieme, spingiamo insieme, perché credo che abbiamo il potenziale per fare molto meglio di quanto stiamo facendo ora. Non possiamo perdere 30-40 km/h sul dritto. Se hanno un problema, se ci sono differenze tra quello che succede al banco prova e in pista, qualsiasi cosa stia succedendo dobbiamo superarlo insieme e percorrere più giri possibili negli ultimi due giorni di test».
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