4 maggio 2024
Aggiornato 13:30
Il mercato degli ingegneri in Formula 1

La rivincita di Fernando Alonso: vuole fregare il direttore tecnico alla Ferrari

Gradualmente la sua McLaren-Honda sta mettendo sempre più pressione alla Rossa. Ma il vero riscatto, il campione spagnolo lo sta studiando dietro le quinte, per portare a Woking James Allison, fresco d'addio a Maranello

Fernando Alonso festeggia il compleanno ai box
Fernando Alonso festeggia il compleanno ai box Foto: McLaren

HOCKENHEIM – Un regalo di compleanno migliore, Fernando Alonso non poteva nemmeno sognarlo. Ieri, nel suo box McLaren a Hockenheim, l'ex ferrarista ha festeggiato i suoi 35 anni, tra cappellini, palloncini con i colori giallo-blu, quelli delle sue Asturie, e una torta a forma del suo casco. Ma il presente più importante, i suoi uomini glielo stanno preparando dietro le quinte, a suon di trattative segretissime: portare alla corte di Woking il direttore tecnico dimissionario dalla Ferrari, James Allison. Ufficializzato il suo addio a Maranello, l'ingegnere britannico è in cerca di un nuovo lavoro più vicino alla sua Inghilterra. E l'offerta più ghiotta sembrerebbe avergliela fatta proprio la squadra di Ron Dennis, sotto la spinta di un Alonso che con Allison collaborò a lungo e con soddisfazione, già dai tempi dei due Mondiali in Renault. «James è un ingegnere eccezionale, come ebbi modo di imparare con i miei due titoli in Renault nel 2005 e 2006 – ha confermato il campione spagnolo alla Gazzetta dello Sport – Così come so, dai miei anni in Ferrari, che il suo successore Mattia Binotto è un ottimo professionista e posso solo augurargli la massima fortuna nel suo nuovo ruolo. Non è la prima volta in cui la posizione di direttore tecnico in Ferrari è ricoperta da un motorista e probabilmente non sarà l'ultima».

Dente avvelenato
Dietro la facciata di queste dichiarazioni all'insegna della sportività, però, c'è una volontà di rivincita che non si è mai davvero spenta. Quando in pista Fernando Alonso vede il rosso, reagisce come i tori suoi connazionali nella corrida: basti pensare che ieri, nel bel mezzo di un'anonima sessione di prove libere, è sbottato via radio «Dobbiamo fare un circuito a parte per le Ferrari, così possono girare da sole». Nando vuole fortemente dimostrare che la sua decisione di lasciare il Cavallino rampante a fine 2014 non è stata dettata da uno scatto d'ira, culmine di un rapporto ormai logoro, ma da un freddo calcolo sul suo futuro. L'anno scorso, per lui, è stato duro, costretto com'era a fare i conti con gli enormi limiti del neonato motore Honda mentre la Rossa sembrava rinvigorita e si andava a prendere tre successi inaspettati. Ma nel 2016 la fortuna sembra girata: la partnership tra la McLaren e il costruttore giapponese inizia a girare, la sua macchina si affaccia sempre più spesso nelle posizioni alte della classifica, mentre la Ferrari sta precipitando in una crisi sempre più profonda. E dunque il suo riscatto sembra diventare gradualmente qualcosa di più di una semplice speranza: «A fine 2014 ho fatto bene a cambiare squadra – dichiara oggi al Corriere dello Sport – nonostante avessi con Maranello altri due anni di contratto. Quando presi quella decisione la sentivo come la cosa più giusta da fare: ogni anno era un po' più stressante, perché i risultati non arrivavano e quando non vinci sembra sempre che la colpa sia tua. La Ferrari è una squadra che avrò sempre dentro, non posso augurarle di essere colpita da problemi. Ma se parliamo di competitività credo che al top ci sia oggi la Mercedes e in futuro ci sarà la McLaren». E se un domani il glorioso team inglese tornasse a vincere guidato proprio da un ex pilota e un ex direttore tecnico della Ferrari, vuoi mettere la soddisfazione?