Gentiloni conferma: l'Italia invierà proprie navi in Libia
Il governo dà il via libera al decreto, il premier: «Missione su richiesta Tripoli, è passaggio importante per stabilizzare il Paese e per governare gli sbarchi nel nostro. Confido in ok bipartisan Parlamento»
ROMA - Il governo dà il via libera all'invio di navi italiane in Libia e il decreto, varato oggi dal Consiglio dei ministri, sarà dalla prossima settimana all'esame del Parlamento. Gentiloni aveva annunciato mercoledì scorso, durante l'incontro a Roma con il premier libico al-Serraj, la richiesta di supporto da parte delle autorità libiche. Poi ieri sera media libici avevano riportato che lo stesso al-Serraj aveva negato di aver chiesto all'Italia di inviare navi nelle acque territoriali libiche, assicurando che «la sovranità della Libia è una linea rossa».
Un «giallo» che lo stesso Gentiloni ha voluto oggi disinnescare, spiegando che «quanto approvato è né più e né meno quanto richiesto dal governo libico» e «non è una iniziativa contro la sovranità libica». Del resto, ha tenuto a sottolineare il premier in una dichiarazione alla stampa al termine del Consiglio dei ministri, non sarà «un enorme invio di grandi flotte, squadriglie aeree e cose di questo genere. Stiamo parlando di una richiesta a cui abbiamo aderito di supporto alla guardia costiera libica».
E, per il premier, questo è un passo molto importante nel percorso di stabilizzazione della Libia e per contrastare l'immigrazione clandestina. «Io non ho mai negato in questi anni e tantomeno nei mesi da presidente del Consiglio - ha sottolineato - che il percorso di stabilizzazione della Libia è una priorità ma è accidentato, non è un'autostrada in discesa e quindi senza enfasi sottolineo che questo passaggio può essere rilevante e importante e che può dare al percorso di stabilizzazione e ai riflessi sui flussi migratori e quindi sull'Italia conseguenze rilevanti». Allo stesso tempo l'Italia, ha detto ancora Gentiloni, proseguirà nel suo impegno per «rafforzare» il ruolo di Unhcr e Oim, che gestiscono i campi di accoglienza in Libia e assicurare una «capacità di accoglienza rispettosa dei diritti umani». Il provvedimento sarà dalla prossima settimana, forse già da martedì, all'esame del Parlamento, a partire dalle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato. «Sono convinto e mi auguro che questa decisione in Parlamento possa avere il consenso più largo».
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