20 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Intervista a Angelo Attaguile

La piccola rivoluzione di Salvini: una Lega «meridionalista» che punta a radicarsi in tutta Italia

Per il deputato e segretario nazionale di Noi con Salvini, la Lega, nella sua costolla meridionale è pronta alla prima prova della piazza a Sud e per lanciare le primarie di centrodestra nelle regioni del Meridione che sono chiamate alle urne

Angelo Attaguile, deputato e segretario nazionale di Noi con Salvini. La Lega, nella sua costolla meridionale di Noi con Salvini, è pronta alla prima prova della piazza a Sud. Addirittura ha convocato una manifestazione a Napoli. E' un rischio o un'opportunità?
Dal punto di vista politico è un'opportunità. È anche un rischio in quanto è la prima volta che va a Napoli. A dire il vero è già andato nel capoluogo partenopeo durante la campagna elettorale per le Europee dove ha trovato un'accoglienza "da stadio": lo hanno contestato da un punto di vista "sportivo" i tifosi napoletani. Siccome però non si disputa una partita di pallone ma c'è un programma molto serio per il Sud e per tutta l'Italia ritengo che oggi la manifestazione sia recepita positivamente, come un'occasione anche a per Napoli di ascoltare la proposta di Salvini.

Questo passaggio conferma l'intenzione di Matteo Salvini di far maturare la Lega a livello nazionale?
Noi ci siamo sempre augurati questo appuntamento. Era nei programmi di Matteo e non ha mai smesso di farlo capire anche al Nord. Ci siamo insomma, del resto come ha detto Salvini se ci saranno elezioni anticipate – e io mi auguro che vada proprio così - ci sarà una lista unica da Nord a Sud.

Qual è il punto qualificante della Lega "meridionalista"?
Quello delle autonomie locali. L'ho condiviso perché sono un sostenitore del pensiero di Don Sturzo. Mi sono iscritto alla Lega, dunque, augurandomi questo federalismo. Ogni regione con la propria autonomia.

Tra pochi mesi Marine Le Pen si gioca l'Eliseo. Il modello sovranista è alla prova del governo. Il ticket è quello che è sceso in piazza a Roma: Meloni, Salvini con l'appoggio di Giovanni Toti?
Ne sono perfettamente convinto. Potrebbe anche essere esteso a un'altra parte di Forza Italia. Se non condivide però il progetto di Salvini, special modo in Europa, andremo avanti spediti comunque.

Nodo alleanze. Sia Umberto Bossi che Roberto Maroni hanno bacchettato Salvini ricordandogli di non rompere con Forza Italia. Il segretario, però, ne fa una questione di coerenza programmatica prima di tutto su euro, rapporti con l'Unione europea e con il governo Gentiloni. Lei che cosa ne pensa?
Appunto. Su questa linea politica Salvini è convinto e va avanti. Mi dispiace, purtroppo, che Maroni e Bossi si mettano a bacchettare Salvini che non mi sembra abbia alcuna intenzione di condividere questo loro indirizzo. Possono bacchettare, poi, fino a un certo punto. Non dimentichiamo che Maroni e Bossi hanno portato la Lega sotto il 3%. Oggi la Lega è quasi al 15%.

Lei stesso ha intenzione di candidarsi alle primarie di coalizione per elezioni regionali in Sicilia. Riuscirete a convincere Forza Italia?
Questo è il problema. Noi le primarie le vogliamo sia a livello locale che nazionale. In regione è giusto che si facciano perché è giunto il momento di riunire il centrodestra per vincere e riprenderci la regione Sicilia: obiettivo che si può raggiungere solo se il centrodestra è unito. E la scelta in un sistema democratico deve passare attrraverso le primarie. Purtroppo una parte di Forza Italia, rimasta alla vecchia logica di correnti, non condivide questo strumento. Per ciò che mi compete ho dato la mia disponibilità: per dire che siamo pronti per un confronto democratico. E poi chi vince a governare.

Come si riconquistano al Sud i voti che sono finiti ai 5 Stelle?
Sono convinto che anche in Sicilia i 5 Stelle avranno un calo di voti. Questo lo si registra già dal punto di vista politico: meno impegno, meno trasparenza proiettati come sono verso una giustizia sbandierata solo finché non ha coinvolto loro esponenti. Oggi infatti sono coinvolti in tante indagini e si trovano, proprio per questo, in ulteriore difficoltà. Ma non soltanto per questo motivo si possono e si devono riconquistare i voti "di protesta" dei 5 Stelle. Lo faremo con la proposta che va nell'interesse dell'autonomia siciliana proponendo un rinnovamento delle istituzioni concreto: abbiamo proposto, infatti, di non presentare candidati che hanno più di due mandati.