MasterChef All Stars, vince Michele: il premio di 100.000 euro devoluto in beneficienza a Torino
I 100.000 euro vinti andranno all'associazione Liberamente, che si occupa di progetti di rinserimento e risotorazione presso il carcere Lorusso e Cutugno di Torino
TORINO - Un MasterChef a Torino. Nella serata di ieri, Michele Cannistraro, detto «Il Cannibale», ha vinto la prima edizione di MasterChef All Star, un'edizione particolare in cui i migliori concorrenti non vincenti del programma si sono sfidati per aggiudicarsi l'ambito riconoscimento. Michele, oltre alla gloria, ha anche vinto un premio cospicuo, 100.000 euro, che verranno devoluti a una realtà Torinese: LiberaMensa.
Cos'è LiberaMensa
LiberaMensa è una realtà che si occupa di far lavorare i detenuti del carcere Lorusso e Cutugno di Torino nel mondo della ristorazione. Tra catering e servizi, all'interno del carcere vi è anche un ristorante che dà lavoro ai detenuti, facendo loro riscoprire la bellezza di un lavoro onesto, duro ma gratificante come quello del cuoco. Nel ristorante ovviamente tutti i componenti della brigata sono detenuti, sia cuochi che camerieri. Anche i prodotti utilizzati per le produzioni come il pane, la pasta, i dolci e le erbe aromatiche fanno parte di un percorso di legalità, recupero ambientale o di economia carceraria. Il progetto è quindi estremamente importante e si pone l'ambizione di offrire una seconda possibilità a chi in passato ha commesso errori.
Il menù di Michele Cannistraro
I 100.000 euro vinti da Michele ieri sera serviranno per finanziare questo progetto. Ma c'è di più: il menù che ha permesso al «Cannibale» di battere Simone e Rubina entrerà nel ristorante del carcere Lorusso e Cutugno. Cinque le portate presentate nel menù «Sempre al limite» di Michele: l’entrée «I posti della mia vita», king crab alla catalana con pomodorini gialli e cipolla di Tropea; l’antipasto «Preciso!», triglia con pop corn di amaranto su fonduta di latte di cocco, curcuma e chips di carciofi; il primo «Come a casa», linguine fredde con gamberi rossi, limone, basil cress ed emulsione di stracciatella di bufala; il secondo chiamato col suo stesso soprannome, «Il cannibale», carne tomahawk affumicata con salsa all’ossobuco, cilindro di insalata e pinzimonio servito con salmoriglio; infine, il dessert «Finiamo col mojito», mousse al latte con lime, rhum e menta su biscotto al cocco. Ai cuochi detenuti il compito di riproporlo, magari sognando un futuro al di fuori del carcere e all'interno della cucina di MasterChef.
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