ROMA - La sua presenza in piazza alla manifestazione femminista del movimento Non una di Meno è ovviametne scontata. Perché «la violenza contro le donne non cessa». L'ex presidente della Camera e deputata eletta con Liberi e Uguali Laura Boldrini parteciperà alla manifestazione con un chiaro obiettivo: sfidare il governo con una proposta di legge per rivedere i termini per presentare querela nei casi di violenza o stalking. «Quest'anno» spiega l'ex presidente della Camera, «siamo arrivati a 106 femminicidi, 106 donne a cui è stata tolta la vita per mano di chi dovrebbe amarle. A tutto questo dobbiamo ribellarci».
La manifestazione e la sfida al governo
«Scenderò in piazza a Roma domani al corteo nazionale contro la violenza sulle donne e invito tutte a partecipare». Ma per Laura Boldrini «non basta, continuerò a lavorare anche sul piano legislativo». E per questo annuncia che sta preparando una proposta di legge per rivedere i termini per presentare querela nei casi di violenza o stalking. «Oggi sono troppo brevi - sei mesi dall'accaduto - e sembrano andare più a vantaggio dello stupratore che della vittima di violenza. Chi ha subito uno stupro deve prima riprendersi dallo shock e il trauma può avere conseguenze che si protraggono nel tempo. Non si può togliere alla vittima la facoltà di chiedere giustizia! #IoStoConLeDonne».
La manifestazione di Non una di Meno
L'appuntamento è per sabato 24 novembre a Roma (ore 14 piazza della Repubblica). Lo slogan: «Ci volete sottomesse, ricattate e sfruttate, ci avrete ribelli! Noi siamo il cambiamento». Da più di due anni, spiegano da Non Una di Meno, «siamo nelle piazze e nelle strade a ribadire che i femminicidi sono la punta di un iceberg fatto di oppressione: la violenza maschile comincia nel privato delle case ma pervade ogni ambito della società e diventa sempre più strumento politico di dominio, producendo solitudine, disuguaglianze e sfruttamento». Nel mirino, però, per la manifestazione di quest'anno il governo Salvini-Di Maio che «si è fatto portatore di una vera e propria guerra contro donne, migranti e soggettività lgbt attraverso misure e proposte di legge che insistono su un modello patriarcale e autoritario che vorrebbe schiacciare e ridurre al silenzio le la nostra libertà».
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