19 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Casalesi

Il ministero dell'Interno toglierà la scorta a Saviano? «Non corre più pericoli»

Dopo la decapitazione della cosca, i rischi per l'incolumità dello scrittore sarebbero cessati. Per questo gli uomini di Salvini stanno valutando la sua posizione

Matteo Salvini e Roberto Saviano
Matteo Salvini e Roberto Saviano Foto: ANSA

ROMA – Roberto Saviano non avrà più la scorta. La notizia non è ancora ufficiale, ma si tratta di un'indiscrezione insistente (e, pare, autorevole) che circola tra gli alti funzionari del ministero dell'Interno. Il motivo, ovviamente, non ha nulla a che fare con i suoi frequenti litigi pubblici con il titolare del Viminale, ma con le relazioni riservate degli apparati investigativi del dicastero.

La sconfitta del clan
Il contenuto del rapporto è semplicemente riassumibile: essendo stata sostanzialmente decapitata la cosca dei Casalesi, con l'arresto di tutti i suoi boss e killer, lo scrittore non correrebbe più rischi imminenti di ritorsioni, attentati e vendette. Lo stesso concetto espresso anche da una precedente relazione della squadra mobile di Napoli, all'epoca diretta dal vicequestore Vittorio Pisani. Lo rivela la testata locale online Il 24. A questo va aggiunta anche la revisione dei criteri del ministero dell'Interno per l'assegnazione della protezione alle «persone esposte a particolari situazioni di rischio». La misura è contenuta in due decreti collegati alla manovra finanziaria e approvati all'ultimo Consiglio dei ministri, che prevedono la costituzione di una vera e propria task force per rivedere la spesa per le scorte, sia in termini di personale che di auto. Il contenuto delle norme quadro non è ancora stato reso noto, ma ci si aspetta che i punteggi di rischio siano modificati con l'introduzione di diversi indici, legati all'evoluzione del quadro criminale e, appunto, alle relazioni di servizio.

Nuove regole per le scorte
Dunque, se è vero, come sostengono le forze dell'ordine sul territorio, che l'autore di Gomorra non corre fortunatamente più pericoli per la sua incolumità, i nuovi criteri dettati dal Viminale dovrebbero prevedere per il suo caso lo stop all'assegnazione della sua attuale scorta. Ovvero, di quella scorta di primo livello, costituita da tre auto blindate con tre agenti ciascuna a disposizione, di cui gode ormai da oltre dodici anni. Al massimo, questa protezione potrebbe essere declassata ad una semplice vigilanza saltuaria. Di decisioni definitive, al momento, comunque sembrerebbero non essercene. Secondo il quotidiano La Stampa, infatti, il Comitato per l’ordine e la sicurezza di Roma coordinato dalla prefetta Paola Basilone avrebbe rimbalzato la palla a Napoli, che l'avrebbe a sua volta passata al prefetto di Caserta, ma per ora senza riscontri. Salvini, dal canto suo, aveva insistito già quest'estate perché fossero proprio i tecnici del ministero a valutare la questione: «Saranno le istituzioni competenti a valutare se Saviano corra qualche rischio, perché mi pare che passi molto tempo all’estero. Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani». Suscitando la replica piccata dello scrittore: «Credi che io sia felice della mia vita blindata? Non mi fai paura. Buffone».