18 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Sicurezza

Pattuglioni sui treni e 4mila stranieri espulsi all'anno: Salvini ridisegna la sicurezza

Al ministro dell'Interno non basta il Decreto sicurezza e immigrazione e, al termine di un incontro in Prefettura a Milano, annuncia l'ennesimo pugno duro

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini in prefettura a Milano
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini in prefettura a Milano Foto: ANSA / MATTEO BAZZI ANSA

MILANO - «un intervento straordinario delle Forze dell'ordine» sulle linee ferroviarie a più alto rischio sicurezza. Si parte dalla 'sua' Lombardia. L'annuncio in conferenza stampa al termine di una riunione in Prefettura a Milano del Comitato provinciale milanese per l'Ordine e la sicurezza. «Attendo che Regione Lombardia mi indichi le tre o quattro linee ferroviarie di Trenord a più alta pericolosità. Organizzeremo dei bei pattuglioni di uomini e donne in divisa per garantire l'incolumità dei passeggeri e dei lavoratori. Vedremo di dimostrare che c'è una volontà di controllo rigoroso e sistematico del territorio». Dopo il Decreto sicurezza e immigrazione, il ministro dell'Interno annuncia un altro 'pugno duro'. Ma il leader della Lega non si ferma qui e, sul fronte immigrazione, promette almeno 4mila espulsioni.

Ogni anno 4mila stranieri espulsi
«Conto di chiudere il 2018 con un numero di espulsione maggiore del 2017» ha spiegato il ministro dell'Interno e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini. Poi ha fornito alcuni numeri, che di fatto saranno il suo obiettivo di 'governo' dei prossimi mesi: «Punto ad arrivare ad almeno a quattromila espulsioni all'anno, che sono già da accordi vecchi, che però per mille motivi non siamo mai riusciti a realizzare: per guasti aerei, per alluvioni, per indecisioni e quant'altro. Sul resto è tutto ancora da scrivere e lo stiamo scrivendo. Stiamo da settimane lavorando per preparare accordi di riammissione e rimpatrio che ad oggi non esistono e senza i quali non si può procedere alle espulsioni».

Il focus su Milano
Poi il ministro dell'Interno è passato ad analizzare la situazione della 'sua' Milano: «Purtroppo essendo Milano e la Lombardia economicamente appetibili sono aggredite e aggredibili da mafia, camorra e 'ndrangheta». Per questo, secondo Salvini, «siamo tra le regioni più attaccate da queste infiltrazioni». Ed è proprio per contrastare questo fenomeno che nel Decreto sicurezza «è previsto il potenziamento di uomini, di mezzi e una maggiore potenzialità normativa» per la lotta alle mafie e la confisca dei beni mafiosi. «Oggi nella sola Provincia di Milano - ha ricordato il capo del Viminale - ci sono più di 1350 immobili sequestrati alle mafie tra cui 228 aziende». Durante la riunione, ha aggiunto Salvini, «si è parlato della presenza dei campi rom, e su questo la condivisione a medio termine è la progressiva chiusura; della la presenza dei centri sociali, e dello sgombero di case occupate abusivamente sia pubbliche sia private».

I numeri sono a favore di Salvini
Promesse? Tutt'altro. Ed è qui che Salvini inizia a snocciolare numeri: «Si può sempre migliorare, ma abbiamo un calo dei reati del 8,7 per cento. Vuol dire che il territorio è ascoltato, presidiato, seguito. Si è intervenuti stelle occupazioni abusive, sullo spaccio, pesantemente e in maniera originale nella lotta alle mafie». Ma ora serve l'intervento degli enti locali. Per questo il sindaco di Milano Beppe Sala e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che hanno partecipato all'incontro assieme al Prefetto di Milano Luciana Lamorgese, «saranno protagonisti di un percorso virtuoso» insieme «ai rappresentanti delle Forze dell'ordine».