Cicchitto: «Le inchieste su Salvini? Un assist alla Lega»
L'ex deputato contesta le politiche sull'immigrazione, ma è contrario all'intervento giudiziario: «Un'inutile forzatura, che ripropone un vecchio problema drammatico»
Fabrizio Cicchitto, presidente di Riformismo e libertà ed ex deputato, lei non è in linea con la politica di Salvini sull'immigrazione. Eppure ha criticato l'inchiesta aperta dei magistrati, definendola nella sostanza poco condivisibile e politicamente un autogol.
La situazione in cui una nave italiana, come la Diciotti, si è trovata bloccata in un porto italiano è stata paradossale. Ma questo riguarda il campo politico. Farla diventare materia di un intervento giudiziario, evocando addirittura il sequestro di persona, è un'inutile forzatura. I migranti comunque sono stati salvati, pur trattandoli in quel modo per esercitare una pressione, secondo me eccessiva e sbagliata, nei confronti dell'Europa. Salvini ha inizialmente contestato questo fatto, poi la sua seconda risposta è stata del tutto sbagliata.
Quella in cui sosteneva di essere eletto, mentre i magistrati no.
Questo è assolutamente folle. Lo Stato di diritto si fonda su poteri e ordini, l'uno diverso dall'altro, e siccome non siamo in America qui i magistrati sono scelti per concorso. Si può contestare la sentenza, non l'intervento di un magistrato perché non è stato eletto. Oltretutto, se il percorso di questo avviso di garanzia venisse portato a compimento, prima si andrebbe davanti al tribunale dei ministri, poi la sentenza dovrebbe essere approvata o contestata dal Senato. Quindi la sua osservazione diventa totalmente priva di fondamento. Ma aggiungo anche un altro dato, che riguarda i magistrati.
Prego.
Un'azione del genere, per dirla in termini calcistici, è stata un assist nei confronti di Salvini. Portare sul piano giudiziario una vicenda tutta politica è stato un errore.
Infatti, nei sondaggi, in effetti i consensi nei confronti di Salvini stanno aumentando.
Eh eh eh, ha visto?
Pensando anche alla vicenda parallela dei fondi della Lega, rispetto alla quale ora si è trovato un accordo, possiamo dire che la magistratura sta tornando alla vecchia abitudine delle inchieste politicizzate?
Fino a un certo punto. Questo fatto ha riproposto, in termini di assoluta drammaticità, una questione vecchia di anni. Però il trattamento riservato a Salvini è stato diverso da quello che, ai tempi, avrebbero ricevuto Craxi o Forlani. Invece stavolta la magistratura ha raggiunto una strana forma di compromesso: quella della restituzione a rate. Per un verso Salvini ha giocato su questa vicenda, perché per ragioni giuridiche non ha sporto denuncia né a Bossi né a Belsito. E se i magistrati stanno sollevando il problema, ma andandoci con i piedi di piombo, anche il sistema mediatico, se mi consente, non sta affatto massacrando Salvini. Io i conti non li so far bene, ma se non sbaglio 49 milioni di euro sono circa 100 miliardi delle vecchie lire.
Giusto.
Ebbene, la cifra della tangente Enimont era inferiore.
Ad essere precisi, quella fu di 150 miliardi in totale. E comunque qui non si contesta una tangente, ma un rimborso elettorale percepito in maniera illecita.
Sì, per carità. Ma qualcuno li ha intascati questi fondi. E per un partito che passava dai cori di Roma ladrona al cappio alla Camera, c'è una certa contraddizione. Ma esiste una sorta di maledizione di Tutankhamon: tutte le forze, da Alleanza nazionale alla Lega al Pds, che cavalcarono quella tigre, poi hanno subìto successivamente delle vicende giudiziarie abbastanza serie.
Lei ha anche auspicato la nascita di un nuovo soggetto moderato di centrodestra, per rilanciare una Forza Italia che sembra allo sbando.
Questo l'ho detto tempo fa. Ad oggi non so se ci siano più le condizioni o se sia auspicabile invece che si formi un soggetto politico, al di là di centrodestra o centrosinistra, di tipo europeo, che faccia riferimento ad un'Europa da cambiare rispetto a quella attuale, ma comunque si contrapponga sia al M5s che alla Lega.
Un nuovo patto del Nazareno, praticamente?
Però verifico, proprio in questi ultimi giorni, che Forza Italia è tragicamente evanescente. Non mi scandalizza tanto l'eventuale compromesso sulla Rai e sulle concessioni, che deriva dallo storico conflitto d'interessi di Berlusconi. Ma non aver votato contro Orban, al contrario di tutto il Partito popolare europeo, è un segno di resa politica. Così ci si riduce alle intelligenti e giuste osservazioni economiche del mio amico Renato Brunetta: un po' poco per tenere il fronte politico e costruire un'area moderata non salviniana. A questo punto Salvini rischia di essere il vero leader di tutto il centrodestra, mentre Berlusconi tutela una rendita di posizione sempre più ristretta.