Sinistra schierata con gli abusivi, assistenti sociali «sconcertati» per la direttiva sgomberi di Salvini
Pd, Leu, assistenti sociali in rivolta contro la circolare del Viminale che prevede il pugno duro contro gli abusivi e i centri sociali occupati
ROMA - Sconcerto e perplessità: questa la reazione degli assistenti sociali alla circolare del Viminale in ordine agli sgomberi di immobili occupati abusivamente. «Da una prima lettura, il testo stesso della circolare presenta forti e numerose criticità per il merito e per il metodo con cui è stata resa nota» dicono. «La più evidente tra tutte le criticità è quella che, di fatto, assegna ai Servizi sociali dei Comuni e quindi alla figura professionale dell’assistente sociale un ruolo che molto si avvicina a quello dell’agente di pubblica sicurezza, elemento questo del tutto incompatibile con i principi della professione disegnati dalla legge che la regola oltre che dal discendente codice deontologico». Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali, è furioso.
Cosa prevede la direttiva
La direttiva voluta da Matteo Salvini prevede un censimento degli occupanti abusivi di immobili da avviare con «massima rapidità» ai fini dello sgombero. Accompagnato dalla verifica della «situazione reddituale» di chi occupa e della sua «regolarità di accesso e permanenza sul territorio nazionale». «L’occupazione degli immobili costituisce da tempo una delle principali problematiche che affliggono i grandi centri urbani del Paese» è la premessa che si legge nel documento del Viminale, nel quale poi si rileva che «la gestione del tema dell’occupazione arbitraria degli immobili non ha compiuto significativi passi avanti, se non rispetto alle misure di natura preventiva rivolte ad evitare nuove occupazioni». Per porre rimedio, la circolare inviata ai prefetti mette l’accento sulla necessità di intervenire con «massima rapidità». A tutela dei soggetti fragili e dei minori, il documento prevede specifici interventi a carico dei Servizi sociali dei Comuni, se non viene individuata alcuna possibilità di garantire il sostegno attraverso parenti o altre strutture.
Lotta ai centri sociali occupati
La misura colpirà specialmente centri sociali occupati ed edifici abbandonati presi a dimora da migranti o da quanti non possono permettersi di pagare un affitto. Molto restrittivi i parametri indicati per rientrare nell’alveo dell’assistenza pubblica e, in ogni caso, relegati ad accertamenti da farsi soltanto in un secondo momento rispetto allo sgombero. Per coloro che non si trovano in situazioni di fragilità, infatti, la circolare prevede «forme più generali di assistenza nell’immediatezza dell’evento». Il fine, fa sapere il Viminale, è garantire la proprietà privata e tutelare la sicurezza sul territorio. Entro fine settembre è previsto un primo punto sullo stato dell’iniziativa.
Pd: «Follia». Salvini: «Proprietà privata è sacra»
Dura la reazione del Pd, che preferisce come sempre stare dalla parte degli occupanti. «La nuova direttiva sugli sgomberi è una follia, procedere senza soluzioni alternative significa lasciare famiglie in mezzo alla strada. Il governo considera la povertà una colpa e l’emergenza abitativa una questione di ordine pubblico. Altro che attenzione ai più deboli», ha detto presidente il Pd, Matteo Orfini. «La proprietà privata è sacra», ha replicato Salvini, «e sono troppi gli Italiani vittime di occupazioni da parte non di bisognosi, ma di furbi e violenti. Se affitti il tuo appartamento alla persona sbagliata che non ti paga, e magari torni ad averne bisogno per i tuoi figli, non puoi metterci due anni a tornare in casa tua». Anche Leu è in allarme. Il deputato Stefano Fassina accusa il ministro dell'Interno: «Salvini è un fenomeno: con una circolare intima ai Prefetti di sgomberare al più presto, senza se e senza ma, edifici occupati abusivamente e così risolve la drammatica carenza di alloggi in Italia. Ma dove vive Salvini? Chi occupa illegalmente lo fa per disperazione: sono 50enni buttati fuori dal lavoro, morosi incolpevoli; sono giovani coppie con figli e lavori precari e sottopagati; sono persone senza alternative».
Assistenti sociali «sconcertati»
Secondo Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali, il testo desta «sconcerto e perplessità» in quanto la circolare «presenta forti e numerose criticità per il merito e il metodo con cui è stata resa nota. La più evidente tra tutte è quella che, di fatto, assegna ai Servizi sociali dei Comuni, e quindi alla figura professionale dell’assistente sociale, un ruolo che molto si avvicina a quello dell’agente di pubblica sicurezza, elemento questo del tutto incompatibile con i principi della professione disegnati dalla legge che la regola oltre che dal discendente codice deontologico». «Ci riserviamo un approfondita lettura e analisi del testo della circolare lamentando che essa sia stata predisposta senza consultare, come sarebbe stato doverosamente opportuno, gli attori istituzionali che operano professionalmente in materia di sgomberi come per l’appunto la rappresentanza della professione degli assistenti sociali. Così come ci riserviamo di attivare il coinvolgimento di quegli altri soggetti coinvolti quali il Garante nazionale infanzia e adolescenza e l’Anci, l’associazione dei comuni d’Italia. Non si comprende, tra l’altro – prosegue il presidente – quali siano le risorse ulteriori messe a disposizione delle comunità locali per rispondere alle esigenze delle persone vulnerabili e i minorenni coinvolti in queste situazioni».
Con quali soldi?
«Ci riserviamo - prosegue Gazzi - un approfondita lettura e analisi del testo della circolare lamentando che essa sia stata predisposta senza consultare – come sarebbe stato doverosamente opportuno – gli attori istituzionali che operano professionalmente in materia di sgomberi come per l’appunto la rappresentanza della professione degli assistenti sociali». Gazzi sottolinea anche che si riservano di attivare il coinvolgimento di quegli altri soggetti coinvolti quali il Garante nazionale infanzia e adolescenza e l’Anci, l’associazione dei comuni d’Italia. «Non si comprende - continua - tra l’altro, quali siano le risorse ulteriori messe a disposizione delle comunità locali per rispondere alle esigenze delle persone vulnerabili e i minorenni coinvolti in queste situazioni». Il Consiglio nazionale assistenti sociali ribadisce anche che la soluzione del problema abitativo – «che va contemperato, da un lato, con il dovere di interventi pubblici a favore dei soggetti più fragili e in condizioni di disagio, e, dall’altro, con il rispetto del principio del diritto di proprietà» – non può passare tramite la sola e «mera stesura di una circolare che, a nostro avviso, sposta solo il problema. Non si affronterà nulla senza un piano credibile e forte di sviluppo di politiche abitative e di contrasto dell’esclusione sociale dei soggetti fragili».