Nuovo scontro tra Salvini e la Chiesa: al centro ancora i migranti
Il ministro dell'Interno: «Ho chiamato io la Cei per risolvere la questione della Diciotti». La replica: «Falso. Offerta nostra»

ROMA - Affidare i cento migranti della Diciotti alla struttura 'Mondo Migliore' di Rocca di Papa e poi alle Diocesi italiane «è stato come costruire un ponte: «non è questione di chi ha fatto cosa e non entrerei nei dettagli», dai vescovi italiani è arrivata «un'offerta» che poi ha portato a «un accordo, all'incontro di due istituzioni, Ministero dell'Interno e Chiesa, per risolvere una situazione di stallo oggettivo che non poteva più prorogarsi». Lo spiega all'agenzia Askanews il portavoce della Cei don Ivan Maffeis, commentando le parole del ministro Matteo Salvini che ha raccontato di aver contattato lui per primo la Cei per chiedere di farsi carico dell'accoglienza dei migranti.
Salvini e la telefonata alla Cei
«La Cei l'ho chiamata io, non è che si siano chiamati da soli», ha detto infatti Salvini intervenendo a Radio Padova: «Irlanda, Albania e vescovi sono stati contattati da noi. L'Europa per l'ennesima volta si è girata dall'altra parte ed ha fatto finta di niente. Ci siamo rivolti fuori dall'Europa, con l'Albania, ed abbiamo chiamato anche altri Paesi che potranno essere utili nei prossimi eventuali, spero di no, sbarchi. Abbiamo chiamato la Chiesa cattolica perché a parole proclama accoglienza e generosità e si è fatta anche economicamente carico di queste persone».
La replica della Cei
L'obiettivo della Cei, però, era e resta l'assistenza ai migranti sbarcati a Catania, senza alimentare inutili polemiche: «C'è stata un'offerta della CEI per l'accoglienza e la piena diponsiblità del ministro. Il resto non è importante, non farei questioni di lana caprina», precisa don Maffeis.
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