21 marzo 2025
Aggiornato 02:00
Politica

La fabbrica di tweet russa pro-Trump ha sostenuto anche Lega e M5s

L'agenzia di San Pietroburgo sospettata di aver aiutato l'elezione del presidente Usa rilanciando le notizie a lui favorevoli su Twitter, ha agito anche in Italia

ROMA – Anche l'Italia è finita nel mirino dei cosiddetti troll russi, ovvero dei falsi profili di Twitter creati ad arte per interferire nelle campagne elettorali dei Paesi occidentali. La stessa Internet Research Agency (la fabbrica di contenuti populisti sui social network, che impiegherebbe circa 400 persone a San Pietroburgo) al centro dello scandalo Russiagate, ovvero sospettata di aver sostenuto l'elezione di Donald Trump negli Stati Uniti, ha infatti lavorato anche a favore di Lega e Movimento 5 stelle nel nostro Paese. È quanto emerge da un'inchiesta del sito web statunitense Fivethirtyeight, ripresa dal Corriere della Sera.

Robot ritwittatori
Su una serie di profili Twitter in lingua italiana, come Elena07617349, NoemijBra o Junioborghese1, che sarebbero stati controllati proprio dalla Russia, infatti, sono state rilanciate notizie (in tutto circa 1500 volte nel periodo esaminato, un numero comunque limitato rispetto alla quantità di tweet realizzati ogni giorno) che sostenevano le battaglie dei due partiti oggi al governo. I contenuti, beninteso, non sono stati creati dalla fabbrica russa, ma solo condivisi dopo che erano stati pubblicati da note personalità social, simpatizzanti della Lega o del M5s. Allo stesso tempo, non risulta che questi due movimenti politici si siano direttamente attivati per chiedere a Mosca un aiuto in tal senso: l'intenzione di sostenere il populismo in Italia sarebbe dunque nata spontaneamente.

Polemica politica
Nonostante questo, il Partito democratico va direttamente all'attacco della maggioranza di governo. «L'esistenza di una fabbrica di troll e fake news in Russia, che ha lavorato per diffondere notizie false contro i governi del Pd per favorire Lega e M5s, è gravissima. Quanto riportano i quotidiani italiani, sulla base dell'inchiesta del sito americano FiveThirthyEight, è l'ennesima conferma dei sospetti che erano già stati avanzati nei mesi scorsi, anche alla luce delle dichiarazioni dell'ex vicepresidente americano Biden. È urgente che il Parlamento italiano dia il via libera alla costituzione di una Commissione di inchiesta sulle fake news, per la quale abbiamo presentato l'articolato di legge il primo giorno della legislatura». È quanto dichiarano i deputati Pd Michele Anzaldi (commissione Cultura) e Carmelo Miceli (commissione Giustizia). «Gli italiani hanno diritto di sapere – proseguono Anzaldi e Miceli – se le loro opinioni sono state manipolate, se davvero una macchina della propaganda con base in Russia e 400 dipendenti abbia lavorato per falsare il dibattito pubblico del nostro Paese con notizie inventate, calunnie, campagne diffamatorie costruite a tavolino su falsi, come il caso che ha riguardato il figlio del ministro Poletti. Il presidente della Camera Fico dimostri di essere realmente il garante di tutto il Parlamento e dia il via libera alla commissione d'inchiesta».