«Io e Salvini siamo così 'razzisti' che anche l'Europa ci ha ascoltato»
Il premier Giuseppe Conte alla Casa Bianca, dopo gli elogi «dell'amico Donald Trump», difende l'operato del governo sul fronte immigrazione

WASHINGTON - Sembra che dopo l’incontro di ieri alla Casa Bianca, l’amicizia tra Donald Trump e Giuseppe Conte, iniziata sin dai primi incontri, sia ormai una cosa seria. Il presidente del consiglio infatti ha strappato a Trump un accordo di massima per rafforzare la collaborazione sulla sicurezza e sulla lotta al terrorismo e ancora sul controllo delle migrazioni e sulla Libia, tema sul quale l’Italia non si muove per «interessi commerciali» ma per «stabilizzare il paese e permettere delle elezioni democratiche». Conte ha portato a casa anche un ok per una «cabina di regia permanente» sul Mediterraneo con particolare attenzione alla Libia. «Non credo che Macron ne abbia a male. Non ci condividiamo un primato ma lavoriamo nell’interesse di tutti per stabilizzare la Libia», ha detto Conte in serata in una conferenza stampa con i giornalisti dall’ambasciata italiana di Washington, prima di lasciare gli Stati Uniti per rientrare a Roma.
L'asse tra Italia e Usa
Il premier ha specificato che «tutti potranno collaborare» con questo asse Roma-Washington, tuttavia sarà definito nei prossimi mesi nel corso di incontri più approfonditi tra i ministri competenti. «I dettagli li studieremo», ha detto Conte, che più volte nel corso della giornata ha definito Trump un amico e, come lui, «un outsider della politica» che lavora per un governo che sta cercando di portare il cambiamento. Ma da questo incontro emerge non solo l’amicizia, ma anche un’agenda comune che fa di Conte il Trump d’Europa.
Immigrazione e razzismo
Prendendo l’immigrazione ad esempio, entrambi i leader sono stati molto chiari: più controlli dei flussi, rafforzamento dei confini, attenzione agli arrivi perché sui barconi si posso nascondere «i foreign fighters» ha detto Conte che potrebbero fare attacchi in Europa. Secondo Trump «come gli Stati Uniti, anche l’Italia sta facendo i conti con l’immigrazione illegale». Proprio su questo tema Conte ha chiaramente sostenuto le posizioni del ministro dell’interno legista, Matteo Salvini, che ha difeso. «Salvini non è un razzista», ha detto, facendo riferimento all’episodio di Daisy Osakue, l’atleta italiana di origini africane, picchiata a Moncalieri, in Piemonte.
«Si confonde determinazione con razzismo»
«L’ho sentita personalmente, mi ha detto che sta meglio e anche lei mi ha confermato che non sono stati fatti insulti razzisti dagli aggressori». Conte ha quindi precisato che non si deve confondere «la determinazione a prendere in mano il problema» con il razzismo. «Noi abbiamo presentato un progetto in Europa, ci hanno ascoltati, se questo è razzismo…», ha continuato il presidente del Consiglio ripetendo che il suo governo non «coltiva l’odio».
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