28 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Immigrazione

La commissaria Ue alla Giustizia «scioccata» per le parole di Salvini: déjà vu del nazismo

Dura condanna della commissaria Ue alla Giustizia, Vera Jourova, al "censimento etnico" dei Rom di Salvini

STRASBURGO - E' passata inosservata, sulla stampa italiana e nei partiti d'opposizione, la dura condanna espressa ieri nella plenaria dell'Europarlamento a Strasburgo dalla commissaria Ue alla Giustizia, Vera Jourova, del "censimento etnico" dei Rom che aveva annunciato nei giorni scorsi, e poi in parte sconfessato, il vicepremier e ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini. Dopo essersi detta "scioccata" dalle dichiarazioni di Salvini, Jourova ha ricordato che proprio di "censimento etnico" si parlò anche alla Conferenza di Wannsee, quella in cui nel gennaio 1942 funzionari del Partito nazista e del governo tedesco discussero come pianificare l'esecuzione della "Soluzione finale" alla "Questione ebraica": lo sterminio di tutti gli ebrei d'Europa.

Scioccata
"Devo ammettere - ha detto Jourova, che ha parlato per lo più nella sua lingua, il ceco - che quando ho sentito le dichiarazioni su questo censimento su base etnica sono rimasta scioccata, e ho cominciato ad approfondire per cercare di capire che cosa ci dobbiamo aspettare... Credo di poter dire che questa dichiarazione non si fermerà solo a un semplice sfogo retorico. E anche se per il momento si tratta solo di parole, le parole possono ferire quanto una spada». "Ho letto recentemente della Conferenza di Wannsee, e pure là si parlava di censimento etnico... A me non piacciono certi paralleli storici; ma non possiamo dimenticare - ha osservato la commissaria - che questo è un 'déjà vu': rischiamo di giocare col fuoco se lasciamo che questo tipo di tendenze trovino libero sfogo. Noi non possiamo - ha sottolineato Jourova - mettere in causa i nostri valori fondamentali, non possiamo lasciare libero sfogo all'odio".

"Sono vere stigmatizzazioni"
Nel suo intervento introduttivo del dibattito in aula a Strasburgo, dedicato alle "recenti dichiarazioni del ministro italiano dell'Interno sui diritti delle minoranze Rom e Sinti nell'Ue", la commissaria aveva osservato che "dichiarazioni che associano comportamenti criminali a determinate origini etniche diventano stigmatizzazioni (di quelle etnie, ndr) e non sono accettabili, perché alimentano il razzismo e la xenofobia, possono contribuire a diffondere l'intolleranza nella società e sono molto dannose. Le autorità pubbliche - aveva puntualizzato - devono prendere le distanze da questo, e anzi contrastare il razzismo e la xenofobia». Nella replica alla fine del dibattito, Jourova - che è membro di "Azione dei Cittadini Insoddisfatti", un partito liberale di centro, appartenente all'Alleanza liberaldemocratica europea, ed è stata ministro dello sviluppo regionale del suo paese, la Repubblica ceca - ha ripetuto la sua condanna "senza giri di parole" delle frasi xenofobe e degli attacchi 'online', "in particolare quando vengono pronunciati da chi ha un ruolo influente e soprattutto politicamente influente». La commissaria ha ricordato di non aver "mai citato direttamente né l'Italia né il ministro Salvini", perché, ha spiegato "non ho voluto intervenire nella politica interna italiana». Tuttavia, ha concluso, "l'Ue ha dei valori, e noi dobbiamo alzare la nostra voce per dire che la xenofobia e il razzismo non possono essere tollerati".