14 ottobre 2025
Aggiornato 12:30
Governo

«Votando Di Maio, gli italiani hanno votato Conte»: il M5s compatto intorno al premier

Toninelli fa scudo al premier e si dice convinto che il nuovo governo sarà stabile: «Sei senatori bastano per avere la maggioranza e governare»

Danilo Toninelli a Montecitorio per la riunione congiunta dei parlamentari M5S
Danilo Toninelli a Montecitorio per la riunione congiunta dei parlamentari M5S Foto: Giuseppe Lami ANSA

ROMA - Mentre è in corso un nuovo incontro tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, alla presenza del premier designato dai due schieramenti politici, Giuseppe Conte, per analizzare la composizione della squadra di governo, su La7 il capogruppo al Senato del Movimento 5 stelle, Danilo Toninelli, ha fatto il punto della situazione. In diretta davanti alle telecamere de L'Aria che tira ha rassicurato sulla tenuta del nuovo governo:«Per la maggior parte dei provvedimenti è sufficiente la maggioranza relativa. Solo pochi necessitano di maggioranza assoluta». Una risposta lapidaria per spiegare come, secondo il Movimento 5 stelle, non saranno un problema i numeri anche se al Senato il nuovo governo potrà contase su 167 voti, solo 6 in più della quota 161, ovvero della maggioranza assoluta. Quindi si è passati all'analisi della fiducia: Toninelli non è preoccupato neanche dall'assenza del voto favorevole di Fratelli d'Italia che - ha spiegato - non entrerà nel governo Lega - Movimento 5 stelle: «Secondo me nel contratto di governo ci sono scritti i nomi di Di Maio e Salvini e di conseguenza no. Dopodiché siamo una repubblica parlamentare, quando arriveranno provvedimenti importanti in Aula altre forze potrebbero votarli».

La nomina di Conte e il «No» della Lega a Di Maio premier
Per Toninelli non sarà nemmeno un problema, per l'equilibrio interno al Movimento 5 stelle, non avere Luigi Di Maio alla guida del governo: «Quando 11 milioni di italiani hanno votato Di Maio, hanno votato anche Giuseppe Conte come nostro candidato per il ministero della Pubblica amministrazione: il professor Conte si è presentato agli italiani, hanno capito che M5s era cresciuto e oltre alla lotta agli sprechi aveva anche tanta competenza. Conte ha uno standing curriculare molto alto, è un amico degli italiani, non li vesserà mai». E la messa all'angolo di Luigi Di Maio, che sarà ministro ma non primo ministro, «non è un tema di debolezza: Conte, se diventa premier, avrà alle spalle due forze politiche che gli daranno gli indirizzi politici degli argomenti da trattare nelle sedi europee. Sarà premier con 16 milioni di italiani che lo hanno votato. Se aveva messo la faccia come ministro del governo Di Maio, non può essere definito un tecnico alla Monti».

Il M5s difende il "curriculum vitae" di Conte
Intanto il M5s si schiera compatto a difesa del premier incaricato e prova ad arginare le polemiche sul suo curriculum vitae: « Nel suo curriculum Giuseppe Conte ha scritto con chiarezza che alla New York University ha perfezionato e aggiornato i suoi studi. Non ha mai citato corsi o master frequentati presso quella Università. Quindi la stampa internazionale e quella italiana si stanno scatenando su presunti titoli che Conte non ha mai vantato! Conte, come ogni studioso, ha soggiornato all'estero per studiare, arricchire le sue conoscenze, perfezionare il suo inglese giuridico. Per un professore del suo livello sarebbe stato strano il contrario. Lo ha fatto e lo ha giustamente scritto nel curriculum, ma paradossalmente questo ora non va bene e diventa addirittura una colpa. Questa è l'ennesima conferma che hanno davvero tanta paura di questo governo del cambiamento».