29 aprile 2025
Aggiornato 04:00
Diritti

Roma, il Comune fa rimuovere i manifesti contro l'aborto

La rabbia dell'associazione pro-vita CitizenGO: «Quella del comune di Roma è una censura politica»

ROMA - Sono stati rimossi nella notte i circa 50 manifesti della campagna contro l'aborto dell'associazione pro-life CitizenGO: «L'aborto è la prima causa di femminicio nel mondo. #Stopaborto», si leggeva sui cartelloni, apparsi nei giorni scorsi, che hanno creato una bufera di polemiche politiche e non. Ieri Roma Capitale ha notificato una diffida alla società concessionaria per la rimozione immediata dei manifesti in quanto - ha stabilito l'Ufficio Pubblicità del Dipartimento Sviluppo Economico e Attività Produttive - «è stato violato il Regolamento capitolino sulla pubblicità dove prescrive che è vietata l'esposizione pubblicitaria il cui contenuto sia lesivo del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili».

La rabbia dell'associazione CitizenGo
«Alla fine è giunta la censura», ha commentato CitizenGO, annunciando però una nuova campagna, con nuovi manifesti ed immagini sui social, sempre con hashtag #stopaborto, questa volta in occasione della Giornata Internazionale contro l'Omofobia, il 17 maggio, «per ricordare coloro che i diritti civili non li hanno mai avuti: i bambini abortiti». Ieri alcuni esponenti politici come Debora Serracchiani (Pd) e Monica Cirinnà (Pd) avevano criticato fortemente l'iniziativa facendo notare come in Italia il numero di aborti sia diminuito con costanza negli ultimi dieci anni e come il nostro Paese sia al di sotto della media europea per numero di interruzioni di gravidanza.

La denuncia: «Censura politica»
«La censura politica del Comune di Roma è un attacco senza precedenti alla libertà di espressione di chi difende la vita dal concepimento alla morte naturale», ha detto Filippo Savarese, di CitizenGO: «Di fatto, si dice che oggi non è lecito fare campagne contro l'aborto a Roma, a pena di sanzioni amministrative. È una violazione delle libertà costituzionali inaudita, che dimostra l'esistenza di un regime di pensiero sui temi bioetici che non tollera diversità di vedute. Rilanciamo con una nuova campagna contro l'aborto: lo slogan della nuova campagna è I diritti civili nascono nel grembo materno. Non è possibile rivendicare nessun diritto civile, vero o presunto, se prima non si riconosce il diritto alla vita di tutti contro l'ideologia abortista».