Il mistero del programma rifatto dopo le elezioni: M5S ha tradito la Rete?
Un'inchiesta del Foglio ha svelato come, il 7 marzo, il Movimento avrebbe sostituito il programma votato in rete con uno nuovo, molto più "moderato"
ROMA - Che il Movimento Cinque Stelle di oggi sia molto diverso da quello del 2013 non è una novità. Quello che prima era un movimento di opposizione, che riassumeva la propria missione nel "Vaffa" urlato nelle piazze, è oggi una forza che si propone di guidare l'Italia. Non è un caso che Luigi Di Maio abbia voluto rassicurare tutti gli scettici: dai poteri economici alle potenze internazionali. L'ultima rassicurazione in ordine di tempo riguardava le alleanze geopolitiche: l'Europa la si cambia da dentro, e la fedeltà alla Nato è fuori discussione.
Programma cambiato
Ma secondo un'inchiesta del Foglio, i grillini si sarebbero spinti oltre: addirittura, la versione del programma elettorale attualmente disponibile sul sito del movimento sarebbe completamente diversa da quella di febbraio. Secondo il Foglio, «qualcuno al vertice del partito, probabilmente Di Maio [...] con il placet di Casaleggio [...], ha sostituito il programma votato dagli iscritti con un altro completamente differente [...]. I venti pdf che componevano il programma votato online [...] sono stati sostituiti da venti pdf diversi, a cui ne sono stati aggiunti quattro su temi mai proposti né votati su Rousseau».
Il caso degli esteri
Il programma modificato sarebbe stato caricato il 7 marzo, tre giorni dopo le elezioni. L'argomento più soggetto a cambiamenti sarebbero stati gli esteri: «Gli iscritti avevano votato per un'impostazione radicale, terzomondista, filorussa e anti atlantica», scrive il Foglio. Il nuovo programma, invece, appare decisamente più moderato: addio alle contestazioni alla Nato e agli Stati Uniti, «addolcite le critiche all'euro e all'Ue, smussati gli elogi alla Russia».
Differenze
In effetti, la questione era stata anche sollevata da Elena Fattori, pentastellata oggi senatrice, che in un post su Facebook a fine febbraio segnalava come ci fossero stati cambiamenti nel punto di vista sull’obbligo dei vaccini. Altre discrepanze sarebbero emerse poi su altri argomenti, come la gestione dell’immigrazione e la Difesa, a proposito degli aerei F35. In quest’ultimo caso, scrive il Corriere, era stato votato il trasferimento di fondi dal programma F35 alla cybersecurity, ma poi del punto si era persa traccia.
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